Datemi idee e cambierò il mondo. Muhammad Yunus e Mike Davis
Il secondo libro (Il banchiere dei poveri) parla invece di uno straordinario esperimento sociale, nato in un paese che agli occhi dell’opinione pubblica internazionale appare senza speranza, il Bangladesh. L’autore, Muhammad Yunus, racconta la storia della Banca Grameen, una banca che si regge su parametri del tutto eversivi rispetto a quelli del mondo finanziario normale. La banca (che oggi conta 12 milioni di clienti, dodicimila dipendenti e 1079 filiali) presta soldi, senza chiedere interessi, a cittadini poveri ed in particolare alle donne povere. Ebbene, questo comportamento, che potrebbe apparire folle alla logica del nostro sistema bancario, ha ottenuto un grande successo: la banca infatti può vantare un ritorno dei prestiti pari al 98 per cento. Il motore essenziale di questo successo è stato nell’aver scommesso sull’orgoglio e la dignità dei più poveri, nell’aver capito che bisognava comportarsi nel modo opposto a quello tradizionale, secondo il quale i soldi vengono prestati solo a coloro che già ce l’hanno. Quel tasso di recupero, sottolinea Yunus, è molto importante perché esso non rappresenta un guadagno della banca, ma la solidità della fiducia, è il segno di un legame sociale, della rottura della passività dei più poveri. I libri in questione hanno il merito di ribaltare due immagini stereotipate: da un lato l’idea che lo sviluppo tecnologico coincida con il progresso sociale, dall’altro la convinzione che dai paesi poveri non possa venire nessun insegnamento e che il loro destino sia una rincorsa infinita (e perdente) dei modelli di vita dei paesi più ricchi. Davis e Yunus sostengono la tesi opposta: da un lato la città degli angeli ha imboccato un viale della paura molto più lungo di quello del tramonto immortalato dal film di Billy Wilder, dall’altro il successo dell’esperimento della Grameen mostra che un paese povero può diventare leader dell’innovazione e trasformare il proprio handicap in un vantaggio. Non si tratta di sostituire un nuovo manicheismo a quello vecchio, invertendo le caselle del bianco e del nero. Si tratta solo di guardare in modo laico la realtà, di imparare a capire che non sempre la soluzione dei problemi viene dall’imitazione dei paesi più ricchi: più avanti di noi e chi ha una buona idea per far vivere meglio gli uomini, e le idee più fertili non vengono tutte dai punti alti dello sviluppo. Bisognerebbe sempre ricordarsi che, quando Roma era il centro del mondo, l’idea più fertile è nata dalla follia di un falegname palestinese, che iniziò a sostenere di essere figlio di Dio. Noi oggi contiamo gli anni dalla data di nascita di quel falegname.