Enrico Franceschini: Quando la Francia sognò di diventare inglese

16 Gennaio 2007
Per secoli si sono fatte la guerra, ancora oggi sono accese rivali in ogni campo, dalla guerra in Iraq alla lotta per l’assegnazione delle Olimpiadi 2012, i loro popoli si detestano reciprocamente, non perdendo occasione per prendersi in giro a vicenda. Eppure ci fu un momento, cinquant’anni fa, in cui Francia e Inghilterra discussero l’ipotesi di fondersi in un unico Stato: e non era l’idea stravagante di qualche filosofo della Rive Gauche, bensì un progetto concreto, presentato dal primo ministro francese dell’epoca, Guy Mollet, al suo collega britannico, Anthony Eden. Davanti alla fredda accoglienza riservata da Londra all’iniziativa, Parigi replicò proponendo che perlomeno la Francia entrasse a far parte del Commonwealth britannico, l’associazione capeggiata dal Regno Unito che riunisce le ex-colonie del British Empire: e questa possibilità fu guardata da Eden con maggior interesse. Nel primo caso o nel secondo, la regina Elisabetta, che già sedeva sul trono da qualche anno, sarebbe diventata il capo di Stato anche dei francesi. La Francia unita all’Inghilterra: un paese chiamato "Franghilterra". Roba da far rivoltare Napoleone e l’ammiraglio Nelson nella tomba.
Si potrebbe pensare a una burla, invece fu una faccenda seria. Lo provano documenti d’archivio britannici, ritrovati dalla Bbc, che ha dedicato una trasmissione alla scoperta. Accadde nel 1956, l’anno della guerra per il possesso del canale di Suez, che Francia e Gran Bretagna lanciarono insieme nell’errata convinzione di essere ancora grandi potenze militari e da cui insieme dovettero ritirarsi con la coda fra le gambe, richiamate all’ordine dalla nuova superpotenza d’Occidente, l’America. Il primo ministro francese Mollet era un acceso anglofilo, ammirava la Gran Bretagna per il suo sistema assistenziale e per l’aiuto che aveva dato alla Francia nelle due guerre mondiali, in più governava un paese in marasma politico ed economico, alle prese con la rivolta d’Algeria: per tutte queste ragioni pensò probabilmente che una fusione avrebbe giovato alla sua sgangherata Quarta Repubblica, dando più voce in capitolo in campo internazionale sia a Parigi che a Londra, a cominciare dal Medio Oriente.
‟Quando il primo ministro francese è stato di recente a Londra”, si legge in una memoria britannica del colloquio tra Mollett ed Eden del 10 settembre 1956, ‟ha sollevato con il primo ministro la possibilità di un’unione tra Regno Unito e Francia”. Eden lasciò cadere nel vuoto il progetto, forse giudicandolo assurdo, ma manifestò invece molto interesse per una seconda proposta di Mollet, che traspare da un documento del 28 settembre 1956, frutto di un colloquio trai due a Parigi: l’entrata della Francia nel Commonwealth. ‟Dare immediata considerazione alla proposta”, ordinò il premier britannico al suo segretario, notando che Mollet non dubitava che i francesi avrebbero accettato la trasformazione in monarchia e l’accettazione della regina Elisabetta come capo di Stato. Nemmeno questa idea ebbe un seguito, tuttavia, e il progetto di una unione fra due paesi venne comunque superato l’anno dopo, il 25 marzo 1956, quando fu istituita con il Trattato di Roma la Comunità Europea.
Negli archivi di Stato francese, nota la Bbc, non è stato trovato alcun documento che confermi l’esistenza di un simile progetto: non è escluso che, se c’era, i successori di Mollet lo abbiano fatto distruggere, per non lasciare tracce di un desiderio di unirsi al nemico che aveva sconfitto Napoleone a Waterloo. In un sondaggio fatto al volo dall’emittente britannica, il 60 per cento degli interpellati sono contrari al progetto, il 40 per cento favorevoli. Ma nessuno, da una parte o dall’altra, si appresta a rilanciarlo.

Enrico Franceschini

Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …