Marina Forti: Dalle anomalie del clima nasce il ciclone europeo
22 Gennaio 2007
Da dove viene Kyrill? Questo è il nome con cui l'Istituto di meteorologia dell'Università di Berlino ha battezzato la tempesta che ha traversato l'Europa settentrionale nelle ultime 48 ore.
Kyrill è quello che si chiama un ‟ciclone extratropicale”, cioè una bassa pressione più forte della norma, che attiva venti di grande intensità. Molto forte, ben più della norma: ‟L'intensificazione di fenomeni estremi è una delle conseguenze del cambiamento globale del clima”, fa notare Vincenzo Ferrara, climatologo, direttore del Progetto Clima Globale all'Enea e membro del Comitato scientifico del Wwf Italia. Dunque Kyrill è un segno del cambiamento globale del clima. ‟C'è però una spiegazione più specifica: quest'anno l'oceano Atlantico settentrionale è particolarmente caldo, registriamo le temperature più alte da quando esistono misurazioni sistematiche. È questo che ci ha dato finora un autunno-inverno così mite. E ha creato masse d'aria calda: quando queste si scontrano con l'aria fredda che scende dal polo producono quello che abbiamo visto, il ciclone extratropicale”.
Perché l'Atlantico settentrionale è così caldo? Anche questo è un segno del cambiamento globale, risponde Ferrara. ‟L'acqua scalda lentamente e l'Atlantico sta accumulando calore ormai da anni, decenni. È questo che provoca lo scioglimento nell'Artico, che è in gran parte ghiaccio galleggiante: l'Artico si sta sciogliendo al ritmo dell'1% all'anno, è un ritmo velocissimo. Al riscaldamento dell'oceano poi vanno collegati altri fenomeni: sono aumentate le fioriture algali, ad esempio, mentre è diminuito il krill”, il piccolissimo crostaceo che costituisce una parte importante del zooplankton (alimento di molta fauna marina).
Non solo: ‟Con la temperatura dell'oceano che aumenta a questo ritmo, ci sono i primi segnali di cambiamento nella Corrente del Golfo”, la corrente d'acqua tiepida che dal Golfo del Messico risale verso nord e costeggia l'America settentrionale prima di traversare l'Atlantico verso l'Europa, dove determina gli inverni temperati che conosciamo. Il climatologo riassume: gli eventi meteorologici estremi sono aumentati in tutto il pianeta in conseguenza del riscaldamento globale; a questo si aggiunge il riscaldamento anomalo dell'oceano Atlantico settentrionale, causa più diretta e immediata del ‟ciclone extratropicale” Kyrill. ‟E di questo passo la Corrente del Golfo si destabilizza”, e dunque il clima europeo.
Vincenzo Ferrara è stato fino a poche settimane fa capo del Focal Point italiano del Ipcc, il comitato intergovernativo per il cambiamento del clima - la rete internazionale di scienziati e istituzioni di ricerca che ha il compito di consigliare i governi e rappresenta lo ‟stato dell'arte” delle conoscenze in materia di clima. Il 2 febbraio, a Parigi, il Ipcc presenterà il suo quarto rapporto (il primo fu nel 1990, primo allarme internazionale sul riscaldamento della temperatura terrestre provocato in gran parte dell'aumento delle concentrazione di gas ‟di serra” come l'anidride carbonica, generate dalla combustione di fossili come il petrolio o il carbone: quindi da attività umane, i sistemi energetici, le industrie). Sarà accompagnato dal primo studio complessivo sulla scienza del clima.
Il nuovo rapporto ‟mette in evidenza il riscaldamento dei mari”, anticipa Ferrara: ‟Fa un'analisi spietata della situazione, conferma che il cambiamento del clima è già in atto ed è molto rapido. E per questo bisogna agire subito”.
Kyrill è quello che si chiama un ‟ciclone extratropicale”, cioè una bassa pressione più forte della norma, che attiva venti di grande intensità. Molto forte, ben più della norma: ‟L'intensificazione di fenomeni estremi è una delle conseguenze del cambiamento globale del clima”, fa notare Vincenzo Ferrara, climatologo, direttore del Progetto Clima Globale all'Enea e membro del Comitato scientifico del Wwf Italia. Dunque Kyrill è un segno del cambiamento globale del clima. ‟C'è però una spiegazione più specifica: quest'anno l'oceano Atlantico settentrionale è particolarmente caldo, registriamo le temperature più alte da quando esistono misurazioni sistematiche. È questo che ci ha dato finora un autunno-inverno così mite. E ha creato masse d'aria calda: quando queste si scontrano con l'aria fredda che scende dal polo producono quello che abbiamo visto, il ciclone extratropicale”.
Perché l'Atlantico settentrionale è così caldo? Anche questo è un segno del cambiamento globale, risponde Ferrara. ‟L'acqua scalda lentamente e l'Atlantico sta accumulando calore ormai da anni, decenni. È questo che provoca lo scioglimento nell'Artico, che è in gran parte ghiaccio galleggiante: l'Artico si sta sciogliendo al ritmo dell'1% all'anno, è un ritmo velocissimo. Al riscaldamento dell'oceano poi vanno collegati altri fenomeni: sono aumentate le fioriture algali, ad esempio, mentre è diminuito il krill”, il piccolissimo crostaceo che costituisce una parte importante del zooplankton (alimento di molta fauna marina).
Non solo: ‟Con la temperatura dell'oceano che aumenta a questo ritmo, ci sono i primi segnali di cambiamento nella Corrente del Golfo”, la corrente d'acqua tiepida che dal Golfo del Messico risale verso nord e costeggia l'America settentrionale prima di traversare l'Atlantico verso l'Europa, dove determina gli inverni temperati che conosciamo. Il climatologo riassume: gli eventi meteorologici estremi sono aumentati in tutto il pianeta in conseguenza del riscaldamento globale; a questo si aggiunge il riscaldamento anomalo dell'oceano Atlantico settentrionale, causa più diretta e immediata del ‟ciclone extratropicale” Kyrill. ‟E di questo passo la Corrente del Golfo si destabilizza”, e dunque il clima europeo.
Vincenzo Ferrara è stato fino a poche settimane fa capo del Focal Point italiano del Ipcc, il comitato intergovernativo per il cambiamento del clima - la rete internazionale di scienziati e istituzioni di ricerca che ha il compito di consigliare i governi e rappresenta lo ‟stato dell'arte” delle conoscenze in materia di clima. Il 2 febbraio, a Parigi, il Ipcc presenterà il suo quarto rapporto (il primo fu nel 1990, primo allarme internazionale sul riscaldamento della temperatura terrestre provocato in gran parte dell'aumento delle concentrazione di gas ‟di serra” come l'anidride carbonica, generate dalla combustione di fossili come il petrolio o il carbone: quindi da attività umane, i sistemi energetici, le industrie). Sarà accompagnato dal primo studio complessivo sulla scienza del clima.
Il nuovo rapporto ‟mette in evidenza il riscaldamento dei mari”, anticipa Ferrara: ‟Fa un'analisi spietata della situazione, conferma che il cambiamento del clima è già in atto ed è molto rapido. E per questo bisogna agire subito”.
Marina Forti
Marina Forti è inviata del quotidiano "il manifesto". Ha viaggiato a lungo in Asia meridionale e nel Sud-est asiatico. Dal 1994 cura la rubrica "TerraTerra" che riporta storie quotidiane in …