Giuliana Sgrena: Afghanistan. Rapita la notizia
Ma la situazione che si è venuta a creare in Afghanistan non può essere ignorata da chi sta discutendo della nostra presenza in quel paese. L'operazione Achille rischia di coinvolgere anche le zone non direttamente interessate dalla presenza dei taleban e quindi anche Herat (dove sono schierati gli italiani), zona di frontiera e terra di passaggio per i trafficanti di droga. Quindi non basterà non inviare truppe al sud per escludere di essere coinvolti in combattimenti. Urge una iniziativa politica che metta fine alle operazioni militari che colpendo soprattutto civili stanno innescando una reazione popolare che sta incendiando tutto il sud dell'Afghanistan. E non solo. Se l'Italia vuole essere promotrice di una iniziativa politica innanzitutto deve fermare l'offensiva militare, deve chiedere immediatamente una tregua, solo così una conferenza potrà avere qualche possibilità di successo. Indubbiamente si tratta di una prova di forza con gli americani che non hanno nessuna intenzione di cedere il passo alla politica, ma si tratta di una verifica importante per capire se ci sono le condizioni per un contributo alla pacificazione dell'Afghanistan o meno. Perché se la linea americana della guerra al terrorismo non si preoccupa di sacrificare vite umane, questa non può essere condivisa da un governo che sostiene di avere truppe in Afghanistan per garantire la sicurezza degli afghani (questo era il mandato dell'Isaf prima che la Nato assumesse anche il compito di Enduring freedom). L'Italia deve opporsi decisamente all'irachizzazione dell'Afghanistan, prima che sia troppo tardi.