Michele Serra: L’amaca di martedì 24 aprile 2007

26 Aprile 2007
Un paio di amici mi hanno chiesto che cosa penso della festosa presenza di Silvio Berlusconi al congresso dei diesse. Non ne penso niente: negli ultimi tempi Berlusconi è andato a tutti i congressi politici di questo Paese, da quello dei mussoliniani in giù e in su, e sempre con lo stesso sorriso da villeggiante a Portofino, con la stessa disponibilità al buffetto. Ci fossero stati il congresso dei quaccheri, quello dei nostalgici di Gengis Kahn e quello della sezione italiana di Al Qaeda, Berlusconi non sarebbe mancato, tanto impellente è in lui è il desiderio di piacere anche ai segmenti più trascurati della società italiana, che come si sa è riccamente articolata. Quando non gli piglia lo sturbo, come dicono a Roma, e comincia a inveire contro i comunisti, propende per una cordialità ecumenica, quasi struggente. A Firenze la sua cortesia aveva una venatura leggermente più meditabonda e discreta, non ha raccontato barzellette e non ha regalato collier da un chilo e mezzo alle congressiste. È stato, diciamolo, quasi perfetto, attento ma non ingombrante. In attesa del prossimo sturbo, previsto dagli psicologi entro l’estate, godiamoci questa lunga e inattesa requie. Qualcuno sostiene che è più pericoloso quando sorride che quando inveisce, ma non si può avere tutto.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…