Giorgio Bocca: Se l'estate è fresca non fa notizia

31 Agosto 2007
I meteo dei giornali e delle televisioni si sono moltiplicati, sono diventati i perni delle trasmissioni, gli appuntamenti immancabili, il momento della verità pur che sia chiaro, indicibile che siamo tutti nell'inferno del caldo intollerabile e finale. Il fatto accertabile e accertato che metà abbondante dell'Italia sia in un'estate più fresca del solito non ha diritto di pubblicità, è una sorta di mistero non confessabile. Il direttore del ‟Foglio”, Giuliano Ferrara, è costretto a informare la sua redazione romana che in Maremma sui monti metalliferi e sulle colline di Grosseto fa deliziosamente fresco, come del resto in tutte le zone prealpine e alpine dell'Italia settentrionale. A Bellardey, sopra la Salle in Valle d'Aosta dove ho una casa, al mattino ci sono otto gradi, ruscelli e torrentelli scendono su tutta la collina, l'irrigazione a pioggia spara di continuo fiumi di acqua fresca su campagne irrigue. No, non ce lo inventiamo proprio che questa sia l'estate più fresca da parecchi anni e ne abbiamo la tragica conferma dai morti della montagna, decine di giovani sorpresi da tempeste di neve e dalla tormenta in tutto il massiccio del monte Bianco. Quando anche sulle Alpi arrivavano i periodi delle alte temperature, questi morti non c'erano, i valligiani passavano a piedi sul valico del Teodulo a Cervinia con le loro greggi, la valle era un immenso prato fiorito. Il tempo è la cosa più matta e mutevole che ci sia, nessuno ci ha capito mai niente di sicuro. Un parroco della Valgrisenche ha tenuto nella prima metà dell'Ottocento un diario del tempo nella valle, quando a Torino e in tutto il regno dei Savoia si immaginava che l'inverno in una valle alpina al di sopra dei 1.500 metri fosse quello del grande inverno. Oggi, come cento o duecento anni fa, il tempo faceva i comodi suoi e certi anni in val Grisenche di neve ne scendeva tanta che i funerali venivano rimandati a primavera, i morti tenuti nei fienili. Ma altri inverni erano così tiepidi che già ad aprile si portavano le bestie al pascolo al lago di San Grato o i giovani scendevano la valle per raccogliere le patate. Les neiges d'antan, gli inverni favolosi della gioventù, in parte c'erano davvero nel giro del tempo capriccioso e un anno nella mia città di Cuneo di neve ne scese tre metri, una nevicata di quattro giorni che non finiva più e per traversare piazza Vittorio scavarono delle gallerie e i disoccupati venivano mandati a spalare la neve dai tetti perché non li sfondasse. Ma ora che ci penso, quelle neiges d'antan sembravano più abbondanti e più fredde anche perché contro di esse c'erano meno ripari. Allora, con il primo gelo, in tutte le strade i ragazzini facevano le sghiarole, delle piste di ghiaccio nero che nessuno toglieva su cui si scivolava fino a notte. E c'erano le calze sempre bagnate perché gli scarponi facevano acqua da tutte le parti e veniva 'la bollente', il caldo, e il prurito per il congelamento. Sì, allora gli inverni erano più inverni perché le case erano fredde, tutti si rifugiavano attorno alle cucine economiche che avevano fornelli per tutti gli usi degli arrosti, dei bolliti e dei fritti e anche il serbatoio dell'acqua calda ramato sul nero della ghisa. Adesso c'è un meteo su ogni giornale, su ogni tv, ma come sia successo nei millenni, che un po' si moriva del caldo dei vulcani e un po' dei ghiacciai che scendevano come serpentoni giù per le valli, non lo abbiamo capito e ancora adesso nella piana di Ivrea guardiamo increduli le due quinte della Serra alte migliaia di metri che contenevano ghiacciai che arrivavano fino a metà della Pianura padana. La fortuna dei meteo è che del tempo e dei millenni nessuno del tempo ci capisce niente. Adesso gli scienziati hanno scoperto che a farci superare tutte le catastrofi del caldo e del gelo sono stati dei bacherozzoli neri lunghi quattro centimetri che continuano a vivere dentro le pigne e il terriccio.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …