Gad Lerner: Lo scandalo morti bianche. Sono più degli omicidi
Se di emergenza si deve parlare, riguarda il fatto che da noi i morti sul lavoro sono quasi il doppio della Francia, il 30% in più rispetto a Germania e Spagna. Cifre che dovrebbero far arrossire la nostra classe dirigente, a proposito di sicurezza. Ma i fautori di "legge e ordine" non paiono scossi neppure dal fatto che si registrino più morti sulle nostre strade che in paesi europei più popolosi dell’Italia: la severità torna ad essere categoria elastica, quando debba applicarsi ai cittadini "perbene".
Naturalmente vi sono ragioni culturali e sociali che spiegano l’ipersensibilità dei cittadini nei confronti di furti, rapine, degrado dell’ambiente urbano. Così come vi sono interessi economici che hanno convenienza a minimizzare le deroghe alla prevenzione antinfortunistica e al rispetto del codice della strada. Ma il compito di una classe dirigente, in democrazia, dovrebbe essere quello di assumere le priorità dettate dall’interesse generale, svolgendo un’opera educativa in tal senso. Mostrandosi superiore agli umori fomentati per convenienza o pregiudizio.
Invece tra i nostri politici vige l’andazzo contrario: adulare il popolo, cavalcandone l’ignoranza. Lo fa notare con parole più diplomatiche il direttore del Censis, Giuseppe Roma, presentando i risultati della ricerca: ‟Risalta in maniera evidente la sfasatura tra pericoli reali e interventi concreti per fronteggiarli. Il luogo di lavoro e la strada mancano ancora di presidi efficaci per garantire la piena sicurezza dei cittadini”. E non ci si venga a dire che le morti bianche e gli incidenti stradali sono fatalità, o che succede così dappertutto. Lo scandaloso divario fra l’Italia e i paesi europei ad essa comparabili, dimostra il contrario.
La sicurezza manipolata come un feticcio, semmai, rivela la volontà di sottomettere i ceti più deboli all’ingiustizia sociale, indirizzandone il malcontento su bersagli meno impegnativi. È più facile prendersela con la devianza degli emarginati, specie se stranieri, che con la camorra, la mafia, la ndrangheta (sono queste organizzazioni le principali responsabili degli omicidi in Italia). Ancor più complicato è imporre la regola morale, prima ancora che giuridica, secondo cui la tutela della vita del lavoratore è più importante della produttività. Addirittura impopolare, infine, suona l’equazione fra mancato rispetto del codice della strada e delinquenza.
Naturalmente mandare i soldati in pattuglia nei cantieri, nelle fabbriche e lungo le autostrade è solo una boutade. Ma denunciare la menzogna di questi politici, falsi difensori della sicurezza pubblica, resta una necessità. Perché una comunità impaurita non progredisce inseguendo fantasmi: semmai arretra, correndo all’impazzata sulle strade e umiliando i suoi lavoratori.