Fabrizio Tonello: Presidenziali USA. Barack Obama e la “regolamentazione” del mercato

23 Settembre 2008
A Berlino c'è un museo del celebre Checkpoint Charlie, il posto di controllo tra Berlino Ovest e Berlino Est quando esisteva il muro, dove compare un grande cartello ‟State per lasciare il settore americano”. Ecco, la finanza mondiale si sta comportando nello stesso modo: sta per lasciare il settore delle banche americane. Negli ultimi 12 mesi sono fallite (o sono state salvate dal governo in extremis) non solo le organizzazioni finanziarie da cui dipendono in ultima istanza decine di milioni di mutui (Fannie Mae e Freddie Mac) ma anche tre delle cinque grandi banche d'affari, Bear Sterns, Lehman Brother e Merryl Lynch. Rimangono soltanto J. P. Morgan e Goldman Sachs, mentre la crisi sembra non avere fine. Kenneth Rogoff, l'ex capo economista del Fondo Monetario ha dichiarato ieri che gli Stati Uniti potrebbero dover spendere tra 5 e 10 volte quello che hanno speso finora per evitare il collasso del sistema finanziario. Ieri la Federal Reserve ha dovuto chiedere l'aiuto delle banche centrali di Svizzera, Giappone, Gran Bretagna, Canada e della Bce europea per mettere a disposizione delle istituzioni finanziarie che ne hanno bisogno linee di credito eccezionali. E i due candidati, in tutto questo? Di fronte a una catastrofe senza precedenti, per alcuni giorni la campagna elettorale ha continuato a svolgersi come se il fallimento delle banche e il crack della Borsa fossero avvenimenti di tutti i giorni.. Lunedì scorso, John McCain ha fatto una delle sue gaffe spettacolari, dichiarando che ‟I fondamentali dell'economia sono solidi” nel momento in cui l'indice Dow Jones perdeva 500 punti in una seduta. Poi ha fatto marcia indietro, sostenendo di aver voluto dire che l'economia é solida perché ‟I lavoratori americani sono i migliori del mondo”. Di fronte a questa palese incompetenza del candidato repubblicano, Obama dovrebbe volare nei sondaggi e, invece, cosa accade? È sempre inchiodato lì con due miseri punti di vantaggio su McCain nelle rilevazioni della Gallup. Tre, secondo quelle del New York Times. La ragione è semplice: fino a ieri Obama si era tenuto sul generico anche in economia, avanzando proposte del tutto convenzionali come un rimborso fiscale di 1000 dollari per le famiglie della classe media. Solo ieri, a 14 mesi di distanza dallo scoppio della crisi dei mutui subprime , a un mese dal salvataggio di Fannie Mae e a quattro giorni dal fallimento di Lehman Brothers, Obama ha pronunciato la fatidica parola ‟regolamentazione”. E invece di dire la cosa più semplice, cioé che la situazione attuale è il frutto di 30 anni di deregulation e di follie finanziarie, ha inserito una frase breve e generica nel corpo di un messaggio dove parla di molte altre cose, tra cui l'indipendenza energetica e la fine della guerra in Iraq. Obama ha detto che occorre una ‟vera regolamentazione che protegga i vostri investimenti e le vostre pensioni”: meglio di niente ma non certo un grido di guerra per salvare i cittadini che stanno perdendo la casa o sono schiacciati dai debiti accumulati fin qui. Il suo video sul tema riuscirà a convincere gli elettori dell'Ohio, della Pennsylvania, del Michigan, i più colpiti dalla crisi? Forse, ma certo la sua timidezza in materia lascia spazio ai repubblicani e alle loro trovate demagogiche: McCain ha proposto una commissione d'inchiesta su Wall Street, come se ciò che sta succedendo fosse colpa di malefatte individuali e non di una cultura del Dio-Mercato che i repubblicani hanno propagandato per trent'anni. Del pari, anche la sua proposta di trivellare alla ricerca di petrolio nelle acque territoriali degli è apparsa a molti cittadini disperati per l'aumento della benzina come una buona soluzione per far scendere i prezzi.

Fabrizio Tonello

Fabrizio Tonello (1951) insegna Scienza dell'Opinione Pubblica presso l'università di Padova. Ha insegnato anche nel Dipartimento di Scienze della Comunicazione presso l'università di Bologna e nella Scuola Internazionale Superiore di …