Michele Serra: L'amaca di martedì 17 marzo 2009

17 Marzo 2009
In piccolissimo, il triste caso di Wanna Marchi riproduce perfettamente il meccanismo di ingorda dabbenaggine che ha condotto alla rovina moltitudini di risparmiatori. (Bisognerebbe mettere nella stessa cella la signora Marchi e i più illustri imbroglioni di Wall Street: simpatizzerebbero). Credere che una pancia da Falstaff possa svanire spalmandoci sopra un intruglio; o che si possano acquistare "numeri magici" per vincere al Lotto; non è molto dissimile dal credere che un gruzzolo possa raddoppiare appena appoggiato sopra la scrivania di un trafficone finanziario.
Naturalmente lo slogan "più controlli" dice il vero: bisognerebbe che qualcuno controllasse, specie se preposto a farlo, accidenti. Ma come controllare la credulità umana, la fede nel miracolo, il mito della furbata risolutrice? Se un’intera società e un intero evo, attraversati dal brivido escatologico del tutto e subito, si sono fatti imbrogliare, e hanno creduto che dal denaro (non dal lavoro) fiorisse denaro, e che le cinquine si possano acquistare da una signora di Ozzano Emilia, è segno che tra turlupinato e turlupinatore c’era un’attiva complicità. Ben più dei controlli, per evitare future catastrofi bisognerebbe bonificare la psicologia di massa degli ultimi venti o trent’anni. Missione impossibile?

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…