Giorgio Bocca: Onorevoli garçonnière
30 Novembre 2009
Il capo del governo italiano, fra i massimi custodi della Costituzione democratica, a prova della sua umana bontà di fondo confessa di aver avvisato il quasi comunista Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio, di stare attento che c'era in giro un filmino hard su suoi rapporti con le brasiliane transessuali. Lo aveva saputo da sua figlia dirigente della Fininvest e della Mondadori a cui il filmino era stato offerto dai ricattatori. Tradotto in italiano normale: il capo del governo democratico fra i massimi custodi della Costituzione avvisa un presidente di regione corrotto e corruttore di stare in guardia per coprire la sua condotta, se non penalmente punibile certo scorretta secondo l'etica politica. E subito in suo soccorso intervengono illustri parlamentari e giornalisti di cui sono notorie le avventure erotiche poco commendevoli scoperte in passato dalla polizia. Quanto a dire: le violazioni al comune senso della morale, le escursioni nel campo del proibito, del vizioso, dell'illegale sono ormai la normalità per il ceto dirigente della Repubblica democratica italiana e dell'Occidente ricco ed egemone.
Come viene confermato dal principe di Monaco che assolda uno spione della Cia per sorvegliare i suoi cortigiani infedeli, e dalla proliferazione di agenti segreti e spioni che per conto di Stati o di aziende penetrano i segreti dei cittadini invisi al governo o quelli dei concorrenti.
Insomma un mondo ignobile di corrotti e di spie, di sgherri e di lenoni contro cui gli onesti superstiti non hanno scampo e possono fidare unicamente nella speranza che nessuno si accorga di loro.
Che succede? La specie degli onesti si è estinta e quella dei furbi e malvagi ha invaso la terra intera come la gramigna? Forse è il momento di riflettere sulla cosiddetta modernità, sui suoi pregi ma anche sulle sue insidie e condizionamenti.
Cominciamo dai mezzi d'informazione e di spionaggio. È innegabile che oggi spie e pescatori nel torbido hanno a loro disposizione un arsenale tecnico irresistibile: telefoni che girano filmini, teleobbiettivi che fotografano a chilometri di distanza, microspie a cui non sfugge un sospiro, ragion per cui ogni avanzo di galera, ogni balordo - e il mondo ne è pieno - può trasformarsi in un agente segreto che fa passare un giornale per spia, ogni fotoreporter fallito può diventare un ricattatore, ogni transessuale brasiliano può entrare nella vita segreta di un potente, nella garçonnière di Marrazzo come di un erede Agnelli.
Nella modernità lo spionaggio da una necessità dello Stato si trasforma in una normalità delle relazioni economiche, tutte le grandi aziende arruolano noti spioni per avere informazioni sui loro concorrenti, aziende come la Telecom o la Pirelli e persino squadre di calcio come l'Inter hanno alle loro dipendenze qualche servizio d'informazione. I quali ricorrono alle armi e ai trucchi tradizionali degli spioni, le belle cortigiane come i prestanti transessuali, fra il denaro facile, la polizia corrotta e l'inevitabile polverina bianca della cocaina.
Ma non basta. A fornire una giustifcazione sociale e ideologica al marciume generale vengono mobilitati gli analisti e gli psicologi i quali su tutti i mezzi d'informazione spiegano dottamente che gli uomini arrivati al potere spesso senza merito sono consci del loro ingiusto privilegio e prima o poi non resistono alla voglia di autodistruggersi, come a una superiore e invincibile vendetta della morale sul libertinaggio senza limiti. E altre eleganti spiegazioni che il potere non ha limiti tranne la sua incontinenza.
Come viene confermato dal principe di Monaco che assolda uno spione della Cia per sorvegliare i suoi cortigiani infedeli, e dalla proliferazione di agenti segreti e spioni che per conto di Stati o di aziende penetrano i segreti dei cittadini invisi al governo o quelli dei concorrenti.
Insomma un mondo ignobile di corrotti e di spie, di sgherri e di lenoni contro cui gli onesti superstiti non hanno scampo e possono fidare unicamente nella speranza che nessuno si accorga di loro.
Che succede? La specie degli onesti si è estinta e quella dei furbi e malvagi ha invaso la terra intera come la gramigna? Forse è il momento di riflettere sulla cosiddetta modernità, sui suoi pregi ma anche sulle sue insidie e condizionamenti.
Cominciamo dai mezzi d'informazione e di spionaggio. È innegabile che oggi spie e pescatori nel torbido hanno a loro disposizione un arsenale tecnico irresistibile: telefoni che girano filmini, teleobbiettivi che fotografano a chilometri di distanza, microspie a cui non sfugge un sospiro, ragion per cui ogni avanzo di galera, ogni balordo - e il mondo ne è pieno - può trasformarsi in un agente segreto che fa passare un giornale per spia, ogni fotoreporter fallito può diventare un ricattatore, ogni transessuale brasiliano può entrare nella vita segreta di un potente, nella garçonnière di Marrazzo come di un erede Agnelli.
Nella modernità lo spionaggio da una necessità dello Stato si trasforma in una normalità delle relazioni economiche, tutte le grandi aziende arruolano noti spioni per avere informazioni sui loro concorrenti, aziende come la Telecom o la Pirelli e persino squadre di calcio come l'Inter hanno alle loro dipendenze qualche servizio d'informazione. I quali ricorrono alle armi e ai trucchi tradizionali degli spioni, le belle cortigiane come i prestanti transessuali, fra il denaro facile, la polizia corrotta e l'inevitabile polverina bianca della cocaina.
Ma non basta. A fornire una giustifcazione sociale e ideologica al marciume generale vengono mobilitati gli analisti e gli psicologi i quali su tutti i mezzi d'informazione spiegano dottamente che gli uomini arrivati al potere spesso senza merito sono consci del loro ingiusto privilegio e prima o poi non resistono alla voglia di autodistruggersi, come a una superiore e invincibile vendetta della morale sul libertinaggio senza limiti. E altre eleganti spiegazioni che il potere non ha limiti tranne la sua incontinenza.
Giorgio Bocca
Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …