Giorgio Bocca: Tira un certo venticello

30 Novembre 2009
La calunnia è un venticello del melodramma è diventata, con l'attuale governo, pratica normale di diffamazione dei nemici o presunti tali. E chi la pratica così si giustifica: "Mi danno tre milioni di euro d'ingaggio". ‟La calunnia è un venticello” del melodramma si è trasformata in una marea che travolge gli oppositori o temuti tali, annunciata dalla stampa di regime con titoli a tutta pagina come fosse scoppiata una nuova guerra mondiale. Fra i più recenti: "La moralista Ida Borsellino ha comprato una casa da un mafioso", "Un giornalista di 'Repubblica' spia dei servizi cecoslovacchi", il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco "tiene sotto tiro l'economia italiana" perché chiede il fallimento delle aziende fallite. Ragion per cui anche lui è un antitaliano sabotatore.
Tutti coloro che nei 73 anni di vita del premier sono entrati in collisione con la sua irresistibile ascesa si ritrovano legati alla colonna infame, colpevoli di aver in qualche modo disturbato il suo ego espansissimo da lui medesimo descritto: "Non so cosa è il carisma, ma credo di averlo, sono nel cuore degli italiani". Nel ricevimento a Venezia dell'emiro del Qatar ha ricordato come fosse roba sua "qualche dato storico e culturale della nazione, chiese, musei, siti archeologici e l'amore dei connazionali. Il carisma l'ho sempre avuto, sono sempre stato adorato da tutti quelli che lavorano con me, parlamentari, collaboratori, quanti mi conoscono. Quando vado in giro è imbarazzante l'attenzione, l'affezione nei miei confronti. Certo sono consapevole del fatto che la gente può cambiare, ci vuole poco. Per ora prendo atto del fatto di essere nel cuore di molti italiani che me lo manifestano in ogni occasione. Non ho fatto alcuna gaffe, nemmeno una, sono tutte inventate dai giornali".
Anche quelle di cui è testimone il mondo, di cui ha riso il mondo? Prova di amore e di consenso anche le gigantesche guardie del corpo che gli fanno corona ovunque vada? Anche loro con i loro petti a prova di pallottola?
‟La calunnia è un venticello” del melodramma è diventata una pratica da sbirri a prova di buon senso e di ragione, in cui chi accusa rovesciando le parti pretende dall'accusato giustificazioni e scuse. Negli archivi di servizi cecoslovacchi non meglio definiti si trovano delle carte in cui un giornalista italiano viene indicato come informatore senza che risulti alcuna informazione? Peggio per lui se i cecoslovacchi non l'hanno registrata, la confessi lui adesso a trenta o quarant'anni di distanza, spieghi lui perché il tentativo di usarlo di un agente provocatore viene usato oggi in modo diffamatorio, e se non può inventarselo si aggiusti; noi lo leghiamo comunque alla colonna infame.
Stiamo tornando alla barbarie, ha detto il priore di Bose Enzo Bianchi. Una barbarie da Inquisizione in cui il nemico eretico deve fornire le prove delle colpe che non ha commesso, deve riconoscersi sabotatore e traditore della patria. Ci sono persone afflitte da una gigantesca autostima, da un'evidente megalomania, da un amore di sé spropositato, convinti di fare il bene degli altri mentre lo espongono a rischi mortali.
Nel 1940, alla vigilia dell'entrata in guerra, l'industria militare italiana era in grado di produrre 300 aerei da combattimento l'anno, la Germania 600, l'Unione Sovietica mille, gli Stati Uniti da soli 4 mila. Ma al superego di Mussolini le nude cifre non interessano, conta solo la furbizia italica con cui mettere tutti nel sacco. A Silvio il gigantesco debito pubblico e i numeri veri dell'Italia non interessano. "Ghe pensi mi", dice.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …