Il Messico di Pino Cacucci

21 Luglio 2014

Più conosco il Messico e più mi convinco che non basta una vita per assaporarlo tutto.
Alla scoperta di Mahahual, il nuovo libro di Pino Cacucci.

Mahahual
Il Messico è un paese immenso, fascinoso, cangiante. Per quanto lo si percorra da anni, come fa Pino Cacucci, per quanto se ne conoscano le strade e la luce, il Messico acceca la memoria e la rinnova, muove i sentimenti e li riaccende. Sembra non chiudersi mai. Dove finisce la penisola dello Yucatán, a pochi chilometri dalla frontiera con il Belize, all’estremo di tutto, c’è un paesino di mille abitanti, Mahahual. Angolo di paradiso tra palme e mangrovie, di fronte ha la barriera corallina seconda al mondo per estensione, il Mar dei Caraibi e lo scorrere lento del tempo. Siamo nello stato del Quintana Roo: a nord si allunga bianca di sabbia e di alberghi la celebre Cancún, mentre qui il cemento non ha ancora globalizzato l’immaginazione e si vedono casupole, palafitte e piccoli hotel con il tetto di palme. Un’insidia c’è, e viene dal mare, a minaccia costante dei litorali: è la plastica che, per un capriccio delle correnti oceaniche, arriva lì da tre continenti. Ma anche di fronte a questa emergenza ci sono centinaia di volenterosi che, all’alba, ogni giorno, in un incessante “mito di Sisifo”, la raccolgono, rendendo le spiagge splendidamente bianche e pulite.
Il “paradiso” Mahahaul va insieme, come sempre accade nel Messico di Pino Cacucci, alle storie e alle leggende della terra di cui la piccola città sul mare è un segmento azzurrissimo. Ecco allora i corsari che lì ingaggiarono sfide mortali con i dominatori spagnoli, ecco i fieri maya che non si lasciarono assoggettare da nessuno dei contendenti stranieri. Ecco Gonzalo Guerrero che si schierò con gli indios, Diego Grillo El Mulato, che si unì a Francis Drake per odio contro chi lo fece nascere schiavo, ecco Elvia Carrillo Puerto, indomita ribelle, che non attese la Revolución per affermare la propria libertà individuale e gli ideali di emancipazione collettiva.
Una volta di più, Cacucci solleva la “polvere del Messico” e aggiunge una storia alle storie, una città alle città, un frammento di identità, un segmento di realtà.
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Mahahual di Pino Cacucci

Il Messico è un paese immenso, fascinoso, cangiante. Per quanto lo si percorra da anni, come fa Pino Cacucci, per quanto se ne conoscano le strade e la luce, il Messico acceca la memoria e la rinnova, muove i sentimenti e li riaccende. Sembra non chiudersi mai. Dove finisce…

Pino Cacucci

Pino Cacucci (1955) ha pubblicato Outland rock (Transeuropa, 1988, premio MystFest; Feltrinelli, 2007), Puerto Escondido (Interno Giallo, 1990, poi Mondadori e infine Feltrinelli, 2015) da cui Gabriele Salvatores ha tratto …