Antologia di Spoon River. Riflessioni di Giovanni Montanaro
Uscita a puntate dal 1914 sul “Mirror” della città di Saint Louis, Missouri, la Antologia di Spoon River fu pubblicata intera nel1915. Ebbe grande successo e divenne immediatamente un classico, in tutto il mondo ma specie in Italia. Nel nostro Paese fu tradotta negli anni quaranta da Fernanda Pivano, che finì poi in carcere proprio per la promozione di romanzi americani, giudicati in genere disfattisti per lo spirito fascista. Anche per questo fatto, e soprattutto per i suoi contenuti così tanto umani e così poco retorici, fu da subito simbolo di libertà finché divenne anche, nel1971, un celebre disco di Fabrizio De André, Non al denaro non all’amore né al cielo.
È la grande opera di un avvocato americano, Edgard Lee Masters, che avrebbe voluto essere soltanto scrittore ma finì in miseria quando abbandonò la professione; pubblicò invita oltre cinquanta volumi senza mai rivivere il grande successo dell’Antologia.
Nel 1924 Masters tentò The New Spoon River, ma non convinse. Non tanto per la sempiterna difficoltà di fare buoni sequel ma perché la ambientò a Chicago, dove era giunto a vivere da adulto, così perdendo la caratteristica che rende unica l’Antologia; il racconto di un intero paese, di una intera società umana, di tutti quei tipi che potresti conoscere, tutte quelle situazioni che potrebbero accadere. Spoon River è in realtà il fiume che scorre vicino a Lewinston, la città dove Masters è cresciuto e in cui è realmente ambientata l’Antologia.
È una raccolta di 243 (213nella primissima versione) epigrafi inventate del cimitero, con più di 200 personaggi, 20 storie. Masters rielaborò, immaginò, ma inventò molto poco, perché i suoi personaggi sono spesso le persone che aveva incontrato, e di queste mantengono anche nome e cognome (come Ann Rutledge, il primo amore di Lincoln). Ciò espose l’autore a critiche e controversie, e il suo libro fu proibito a Lewinston fino al 1974 (anche la madre votò a favore del bando).
Scritta dall’autore (nato nel 1868) dopo i 40 anni, l’Antologia raccoglie quel primo tratto della vita di Masters, e della gioventù ha la poesia, e la sorpresa di come ogni destino sempre si sprigioni e sempre si contraddica. Pur contenuta in una misura minima rispetto a quella dell’Iliade, di un romanzo di Dostoevskij, della Divina Commedia, la raccolta di Masters ha probabilmente la stessa capacità di includerci tutta la vita. Anzi, è rivelatrice più di ogni altro testo del fatto che in realtà ogni esistenza si possa riassumere in versi brevissimi, e davvero ogni persona sia segnata principalmente da pochi episodi, e si accenda e si determini anche per un istante solo; un amore, un incidente, un errore. Eccola, la generazione degli uomini, dolente e straordinaria. No, la morte è solo un’occasione, una circostanza che orazianamente grida l’importanza di ogni istante, grida che non bisogna perdersi niente, dei fiori, degli altri, anche se poi ci sono le controversie, le cattiverie, e la vita vacome va, imprevedibile e destinata a finire, ma così bella per essere vissuta.
Quanta voglia di vivere c’è, nei versi di Masters: Edmund Pollard sprona a “non perderti un balcone che puoi scalare, né seni bianchi come il letto dove puoi riposare”, Marie Bateson ricorda che “il punto centrale è la libertà, è la luce, la purezza”. Equante delusioni. John Horace Burleson, che non riesce a fare lo scrittore e gli tocca lavorare in banca, fino a perdere l’ispirazione. Walter Simmons, che doveva diventare un inventore come Edison e invece si accontenta di sistemare orologi. O il giudice Somers che si domanda perché nessuno venga più a trovarlo in cimitero mentre una pianta fiorisce sulla tomba dell’ubriacone Henry Chase. E poi chi avrà ragione, tra Jack Mc-Guire e lo sceriffo Logan, che offrono due diverse ricostruzioni dello stesso fatto? È vero che Sarah Brown amava due uomini allo stesso modo? E l’amore è solo struggimento, come racconta il dialogo impossibile tra i due amanti Louise Smith e Herbert Marshall che, nell’epigrafe forse più celebre, ricorda che “Questo è il dolore della vita: che uno può essere felice solo dove ci sono due; e che i nostri cuori sono attirati dalle stelle che non ci vogliono”?
Quanto mi fa piacere riprendere questo libro in mano, ancora, leggere un solo epigramma o farmi travolgere da tutta l’epopea semplice di un paese che racconta ogni luogo in cui siamo cresciuti, vissuti, le persone per bene, quelle malvagie, quelle che abbiamo amato, quelle sfortunate. In ogni rivelazione c’è più ironia che amarezza, più stupore, più dolcezza. L’Antologia è un libro che fa bene avere, aprire ogni tanto. Ed è anche un libro che non si sbaglia mai a regalare.
Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters
“A bere, a litigare, e senza pensare alla moglie o alla famiglia / Al denaro, all’amore, o al cielo?” Dalla tomba in cui sono sepolti, i cittadini di un piccolo paese americano svelano i segreti della loro vita. In versi sciolti, ma quasi regolari, con una ironia pungente, …
Giovanni Montanaro
Giovanni Montanaro (Venezia, 1983) è scrittore e avvocato. Ha scritto i romanzi La croce Honninfjord (Marsilio, 2007), Le conseguenze (Marsilio, 2009), Tutti i colori del mondo (Feltrinelli, 2012, Premio Selezione …