Marina Della Croce: Marghera, incendio da tremare

29 Novembre 2002
Un botto, e subito dopo una fiammata. Erano da poco passate le 20 quando dal petrolchimico di Porto Marghera è di nuovo scattato l'allarme. Questa volta il pericolo è venuto dallo stabilimento Dow Medical, dai cui serbatoi di stoccaggio sono andate a fuoco enormi quantità di peci clorurate, scarti di lavorazione del toulene isocianato, una sostanza nociva prodotta dalla società americana Dow Poliuretani. Ma cosa contenesse quella nuvola densa che lentamente si dirigeva sul cielo di Mestre lo si è saputo soltanto dopo lunghissimi quarti d'ora, quando i vigili del fuoco sono finalmente riusciti a entrate nella fabbrica circoscrivendo l'incendio. Sono state due ore di panico, precedute dalle sirene della polizia che annunciavano agli abitanti "l'ordine del sindaco di rimanere in casa e chiudere le finestre". Sul posto intervengono decine di automezzi dei vigili del fuoco, carabinieri, ambulanze. Le strade della zona vengono chiuse e l'ingresso al petrolchimico è consentito soltanto al sindaco di Venezia Paolo Costa e al prosindaco di Mestre Gianfranco Bettin. "La situazione è drammatica - dice quest'ultimo al telefono mentre i vigili combattono con il fuoco -. Questo è uno dei periodi peggiori, più rischiosi per la popolazione e per gli operai che ci lavorano. Al petrolchimico ci sono troppi proprietari, nessuno dei quali ha interessi strategici a rimanere qua. Di conseguenza non investono sulla sicurezza e questo è il risultato: uno stillicidio di incidenti, grandi e piccoli, che si verificano ormai quasi quotidianamente".
L'incendio alla Dow Medica, secondo i primi approssimativi rilievi effettuati dai tecnici dell'Arvap (agenzia regionale per l'ambiente) sarebbe stato causato dall'esplosione di una colonna di distillazione nel reparto Td5. I sindacati interni comunicano intanto che ci sono sei operai feriti, si tratterebbe di dipendenti e operatori di impianto, che hanno inalato la sostanza tossica. Ricoverati nell'infermeria dello stabilimento, le loro condizioni non sarebbero preoccupanti. Nell'ospedale di Mestre invece, allertato per l'emergenza, non è stato trasportato alcun ferito.
Nel frattempo il ministro dell'ambiente Altero Matteoli, rimasto in contatto con gli amministratori veneziani, era in procinto di inviare una task force di tecnici per fronteggiare l'emergenza. Per fortuna non ce n'è stato bisogno. Il "cessato allarme" comunicato per le vie di Venezia e Mestre arriva intorno alle 22. E' ancora il sindaco che lo fa diffondere dagli altoparlanti. "Mi scuso se ho ecceduto nelle misure precauzionali, ma sono contento di averlo fatto - spiega a incendio domato -. Ho chiesto agli abitanti di non uscire in via del tutto precauzionale anche perché la direzione dell'azienda non mi forniva notizie precise su cosa stesse bruciando. Più tardi ho saputo che si trattava di tre sostanze diverse, tra cui toluene isocianato. Solo in seguito, sul posto assieme ai miei tecnici, ho avuto assicurazioni che la nube di fumo sprigionatasi non era pericolosa per le case vicino alla zona industriale, anche perché non c'era vento sufficiente per sospingerla fuori dall'area dell'incendio. Siamo stati fortunati - aggiunge il primo cittadino - l'incendio è stato domato completamente, so che 5 o 6 operai sono rimasti feriti leggermente, alcuni per lo scoppio, altri perché hanno respirato il fumo e sono rimasti leggermente intossicati. Sono lieto di aver ecceduto nella precauzione".

Petrolkiller di Gianfranco Bettin, Gianfranco Bettin, Maurizio Dianese

Il 2 novembre 2001 il Tribunale di Venezia ha pronunciato una sentenza di assoluzione per i ventotto imputati del processo sul Petrolchimico di Porto Marghera. L'indagine del pm Felice Casson era iniziata nel 1994, sulla base delle denunce dell'operaio Gabriele Bortolozzo. Sul banco degli imputati …