Enrico Franceschini: Road map, Sharon frena

28 Maggio 2003
Dopo uno storico passo avanti, con l´approvazione della road map, Ariel Sharon ingrana la retromarcia. Per cominciare, il primo ministro si è parzialmente rimangiato le dichiarazioni con cui aveva fatto infuriare la destra denunciando "l´occupazione" dei territori palestinesi: una parola mai usata dai conservatori, che la ritenevano un tabù. Ieri Sharon ha detto di avere ricevuto una precisazione "legale" dal procuratore generale, secondo cui il termine corretto per i territori non è "occupati", bensì "disputati", ovvero contesi. I "falchi" del Likud, che minacciavano una fronda contro il premier, tirano un cauto sospiro di sollievo. In secondo luogo, la stampa israeliana ha pubblicato le obiezioni - finora segrete - allegate dal governo Sharon al voto con cui ha accettato la road map. E´ una lista di severe condizioni all´applicazione del piano di pace, in base alle quali nessun progresso sarà possibile, tra l´altro, senza: 1) una totale cessazione della violenza; 2) la distruzione di tutti i gruppi terroristici palestinesi; 3) la rinuncia a priori al "diritto al ritorno" dei profughi; 4) l´elezione di una nuova leadership al posto di Arafat. Le riserve presentate da Israele, commenta il quotidiano di sinistra Haaretz "trasformano la road map da iniziativa diplomatica in diktat, l´obiettivo non è più un accordo di pace ma l´imposizione di una resa ai palestinesi".
Un´altra cattiva notizia è che l´incontro tra Sharon e il primo ministro palestinese Abu Mazen continua a essere rinviato: non si farà nemmeno stamane, ma (forse) domani. E intanto, sia pure a fuoco basso, prosegue la violenza: un ragazzo palestinese di 16 anni ucciso a Gaza dall´esercito, perché tirava pietre contro i soldati; due donne israeliane ferite da un razzo tirato dai feddayn da Gaza; spari contro un convoglio di diplomatici stranieri incappato in un posto di blocco israeliano. Una migliore notizia è l´arrivo al Cairo di una "squadra" di agenti della Cia, il servizio segreto americano, che dovrebbero presto raggiungere Gaza per addestrare i servizi di sicurezza palestinesi nella lotta al terrorismo. Una prova di più del crescente coinvolgimento americano per riportare la pace nella regione.
A questo proposito, varie fonti confermano i due summit mediorientali in programma la settimana prossima: il 4 giugno Bush si riunirà a Sharm El Sheikh, in Egitto, con i leader dei paesi arabi moderati; e il 5 ad Aqaba, in Giordania, con Sharon, Abu Mazen e il "padrone di casa", re Abdallah (anche se manca ancora l´annuncio ufficiale della Casa Bianca). Intanto, ieri sera è giunto in Israele il presidente del Senato italiano Marcello Pera, per una visita di tre giorni in cui incontrerà Sharon e altri alti esponenti del mondo politico. E alla fine della settimana prossima (il 7) a Gerusalemme è atteso il presidente del Consiglio Berlusconi. "L´Italia - afferma la radio israeliana - è oggi il miglior amico del nostro paese in Europa".

Enrico Franceschini

Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …