Enrico Franceschini: La crociera degli appestati

04 Novembre 2003
Londra - Lo slogan era un classico: «Farete una vacanza indimenticabile». Nessuno potrà dire, tra i passeggeri dell’Aurora, che fosse esagerato: non scorderanno per un pezzo la crociera partita il 20 ottobre da Southampton, nel sud dell’Inghilterra, per due settimane di grand tour del Mediterraneo. E non la scorderà neppure la P&O, la società proprietaria della nave, che sarà probabilmente costretta a pagarne il conto. Ribattezzata dai tabloid «la nave degli appestati», l’Aurora sta tornando mestamente a casa con 450 persone rinchiuse in cabina, vittime di un misterioso virus intestinale: abbastanza serio da avere spinto tre delle città in cui la lussuosa imbarcazione doveva fare tappa (Atene, la Croazia e - pare - Venezia) a rifiutarle il permesso di attraccare. «Adesso è come stare su una nave fantasma», telefonano da bordo quelli che hanno la forza di parlare. Durante le crociere, i virus non sono una rarità, ma non succede spesso che contagino la maggior parte dei passeggeri. Stavolta i primi segnali di allarme sono giunti al quarto giorno di navigazione, quando l’Aurora era in porto a Palma di Majorca. Poi le cose sono rapidamente peggiorate. I medici di bordo hanno identificato un morbo intestinale che provoca vomito, diarrea e febbre per 24 o 48 ore, rimanendo contagioso per un paio di giorni dopo che il malato si è ristabilito. Fonte sospetta dell’infezione: i ristoranti della nave, in particolare quelli con servizio a buffet. Quando il comandante si è reso conto 450 passeggeri su 700, più un numero imprecisato dei 500 uomini di equipaggio, erano rimasti colpiti, ha dovuto prendere provvedimenti drastici per limitare i danni, ordinando a tutti, compresi i passeggeri sani, di non uscire più dalle cabine. Da allora vengono serviti soltanto pasti freddi con il room service, da camerieri che indossano guanti di gomma e mascherine chirurgiche. Il nomignolo di «nave appestata» o «prigione galleggiante» non è quindi del tutto fuori luogo. La vacanza rovinata ha fatto scoprire, per di più, che l’Aurora era nata sotto un cattivo segno: all’inaugurazione, nel 2000, la principessa Anna, secondogenita della regina Elisabetta, mancò il tradizionale battesimo, facendo finire in mare la bottiglia di champagne. Al primo viaggio, la nave ebbe un’avaria e dovette essere rimorchiata in porto. L’anno scorso ha sofferto un altro virus, di minori dimensioni. La crociera "indimenticabile" di questi giorni costava 4mila sterline (quasi 6mila euro) a testa: ora centinaia di sposini in luna di miele, famiglie, coppie di pensionati, annunciano che faranno causa alla società armatrice per farsi risarcire. La P&o potrebbe essere costretta a sborsare 3 milioni di euro, senza considerare la pubblicità negativa. C’è da scommettere che la prossima volta i ristoranti dell’Aurora saranno a prova di virus. E che qualche marinaio superstizioso, alla prossima partenza, farà gli scongiuri contro il malocchio.

Enrico Franceschini

Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …