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Giovanni Bollea: Le immagini di guerra vanno vietate ai bambini
Giovanni Bollea: Le immagini di guerra vanno vietate ai bambini
Professor Bollea, più di tre milioni di bambini sono stati catturati dalla guerra in tv. «I bambini non devono guardare la guerra in diretta. Questo dato è spaventoso ma credo che sia un numero per difetto e non per eccesso. Già i ragazzini stanno incollati d' abitudine alla tv ma adesso è pure peggio. Questa guerra è stata ampiamente propagandata prima che cominciasse, i bambini ne hanno discusso a scuola con gli insegnanti, ne parlano con i compagni, con gli amici mentre giocano. I bambini guardano la guerra in tv per soddisfare una curiosità legittima. Però vedono bombe, morti, feriti, soldati che avanzano, sparano, uccidono, madri che piangono. I bambini guardano la violenza, vedono la crudeltà, assorbono la guerra in tutta la sua spietatezza. E stavolta non è un cartone animato. Questo non può, anzi non deve essere. è grave, è rischioso». Cosa rischia un baby telespettatore al seguito dei marines? «Per un periodo breve un inevitabile scollamento tra i concetti di bene e di male. Chissà come reagirà l' inconscio di ciascun bambino, come sarà elaborato tutto questo. Ci sarà chi riuscirà a canalizzare, a superare e chi penserà che per vincere è necessaria la sopraffazione, c' è chi avrà incubi se non traumi. I genitori proteggono i bambini dalla pioggia, lo facciano anche dalla guerra in diretta». La tv informa e i bambini vogliono sapere. Non crede? «La tv ha il diritto-dovere di dare le notizie ma mandare in onda la crudeltà è cosa diversa. La televisione italiana dovrebbe darsi delle regole in questo caso. Ha il dovere di farlo. Spero che presto questa ondata informativa esca dall' orrore e prenda un' altra direzione, quella della giusta comunicazione delle notizie dal fronte. Dico no alle inutili crudezze, perché le prime "vittime" sono proprio i bambini». Cosa suggerisce ai genitori? «Le immagini di guerra devono essere vietate ai piccolissimi, diciamo fino ai nove anni. I genitori si informino altrimenti o altrove. Ai bambini di dodici o tredici anni si può concedere il tg, non di più. Suggerirei di far leggere alcuni articoli di giornale, per rispondere alle domande, ragionare sulla guerra. Ma soprattutto i genitori devono dare speranza, parlare di ricostruzione, di cosa succederà dopo. Perché i bambini devono ricucire quello strappo tra i concetti di bene e di male che l' orrore in tv produce. è questo il compito più difficile per i genitori».
Giovanni Bollea
Giovanni Bollea (Cigliano Vercellese, 1913 - Roma, 2011), innovatore della neuropsichiatria infantile italiana del dopoguerra, si è formato a Losanna, Parigi e Londra ed è stato professore emerito presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Fondatore e direttore dell’Istituto di neuropsichiatria infantile di via dei Sabelli, primo presidente della Società italiana di neuropsichiatria infantile, promotore di innumerevoli iniziative a favore dell’infanzia, ha ricevuto la laurea honoris causa in Scienze dell’educazione dell’Università di Urbino nel 2003 e gli è stato conferito il premio alla carriera al Congresso mondiale di psichiatria e psicologia infantile e dell’adolescenza di Berlino nel 2004. Con Feltrinelli ha pubblicato Le madri non sbagliano mai (1995), che ha riscosso uno grandissimo successo, Genitori grandi maestri di felicità (2005) e ha scritto la prefazione a I no che aiutano a crescere (2003) di Asha Phillips.