Enrico Franceschini: La lussuria non è peccato il vizio capitale diventa virtù

21 Gennaio 2004
C´erano una volta i "Sette Peccati Capitali": la lista dei vizi più abietti, che condannavano un cristiano all´inferno per l´eternità, stilata da papa Gregorio Magno nel VI secolo dopo Cristo. Da allora, tuttavia, è passato un bel po´ di tempo, molte cose sono cambiate, e oggi quelle sette depravazioni dell´anima non dovrebbero essere più considerate tali. L´opinione non è della Chiesa, ma di un´autorità ugualmente illustre: la facoltà di filosofia dell´università di Oxford, la quale ha affidato a sette dei suoi docenti il compito di dimostrare per iscritto, uno per uno, che nella società odierna i Sette Peccati Capitali non sono più "capitali", e neppure "peccati". Ciascuno dei pamphlet sarà pubblicato dalla Oxford University Press.
Il primo, quasi pronto, dedicato alla Lussuria, è opera del professor Simon Blackburn. La sua tesi: "Non solo non è un vizio, è una virtù". In un articolo sul "Sunday Times", lo stimato docente del Trinity College racconta di avere impiegato tre mesi a decidere se il peccato affidatogli meritava una riabilitazione. Ha cominciato con il cercare di definirlo il più chiaramente possibile, arrivando alla conclusione che è semplicemente "l´entusiastico desiderio di attività sessuale e di piacere fine a se stesso". Partendo da questo, Blackburn ha esaminato la pessima reputazione che la Lussuria si è fatta attraverso i secoli, convincendosi che è stata in gran parte "colpa dei vecchi pensatori solitari, come Sant´Agostino e San Tommaso d´Aquino, rei di avere creato un clima morale in cui la gente si sentiva in colpa a provare voglia di sesso". Spazzato il campo dai sensi di colpa, l´autore è giunto alla tesi definitiva: "Il piacere erotico è stato messo ingiustamente alla gogna, mentre invece fa soltanto del bene alla specie umana. Poiché si sviluppa al meglio quando non è frenata da cattive filosofie, con il mio libretto spero di contribuire a eliminare la Lussuria dalla categoria dei vizi, per trasferirla ufficialmente in quella delle virtù".
L´annuncio ha suscitato immediati consensi in un paese come l´Inghilterra che vanta una tradizione secolare in materia di vizi (sorry: virtù) sessuali. "Sono assolutamente d´accordo", ha dichiarato l´ex-parlamentare conservatrice Edwina Currie, a lungo l´amante segreta del primo ministro Major. Quanto agli altri peccati capitali, bisognerà attendere il verdetto dei colleghi oxfordiani di Blackburn, ma dalle prime indiscrezioni sembra che verranno assolti quasi tutti. L´Ira, di cui si occupa il professor Robert Thurman (padre dell´attrice hollywoodiana Uma Thurman) viene giudicata controproducente e da trasformare in energia positiva. Gola, Avarizia e Invidia, ragiona il quotidiano "Guardian", "sono diventati componenti essenziali di una robusta economia di mercato". E comunque al giorno d´oggi nessuno dei sette "peccati capitali", compresi Superbia e Accidia, sarebbe considerato un reato. Adesso il problema, ironizzano i giornali inglesi, è trovare nuovi peccati, che riflettano la morale corrente. Ma intanto sorge un dubbio: chissà se uomini e donne del ventunesimo secolo, appreso che la Lussuria non è più un peccato, avranno la stessa voglia di prima di cadere in tentazione.

Enrico Franceschini

Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …