Fabrizio Tonello: Scandalo bankitalia. Se il bacio in fronte lo dessero a Greenspan

29 Luglio 2005
Proviamo a immaginare Alan Greenspan, il presidente della Federal Reserve, intercettato dall'Fbi mentre un banchiere dell'Arkansas gli dice: ‟Alan, ti darei un bacio sulla fronte”. Supponiamo, inoltre, che il suddetto banchiere abbia nel frattempo ribattezzato la sua ‟Ozark Popular Bank” in ‟Popular Bank of the United States”. Facendo uno sforzo di fantasia, disegnamo uno scenario in cui Andrea Mitchell, giornalista televisiva e moglie di Greenspan viene registrata mentre il banchiere di provincia la chiama ‟Sweetie” (‟Tesoro”) e le chiede di fissare un appuntamento telefonico ‟sicuro” con il marito. Qualcuno pensa che il ‟New York Times” si indignerebbe per le intercettazioni? C'è qualcuno degli ‟americanisti” che prestano la loro penna al ‟Foglio” o al ‟Giornale” disposto a scrivere che il ‟Wall Street Journal” troverebbe la cosa normale? E i numerosi difensori d'ufficio della Civiltà Americana sono certi che il network dove lavora la Mitchell reagirebbe con un sorriso di comprensione e non, invece, con un pink slip, espressione che suona più secca e definitiva del nostro ‟lettera di licenziamento”?
Come tutti i prudentissimi editorialisti che si sono espressi sul caso Fazio sanno bene, negli Stati Uniti i ‟Tonino ti darei un bacio sulla fronte” possono finire soltanto in due modi: o l'interessato finisce in un carcere federale oppure, se è molto fortunato, alla neurodeliri. Quella che in Italia viene definita una ‟caduta di stile”, in America è oggetto di sentenze come quella di Sindona (25 anni di galera, per chi ha bisogno di rinfrescarsi la memoria) . Né l'amministratore delegato della Enron, il cui processo è finito recentemente, ha avuto un trattamento migliore.
Il problema non è che in America siano dei bruti mentre l'Italia è il paese della civiltà giuridica, dove chiunque possa pagarsi un buon avvocato è innocente fino all'ottavo grado della scala Mercalli. La questione è che negli Stati Uniti il capitalismo è un'ideologia, un sistema di pensiero, una fede. Chi ne viola le regole si trova nella posizione degli eretici, più che in quella dei furbi, e gli eretici rischiano il rogo, non una strizzatina d'occhio. Certo, i petrolieri texani hanno il loro rappresentante alla Casa Bianca, ma proprio per tutelare al meglio gli interessi complessivi del sistema, occorre che i sacerdoti del tempio non si facciano pescare né con le mani nella cassetta delle elemosine, né impegnati in attività erotiche con le stagiste.
Per questo, un Greenspan nella posizione di Fazio è semplicemente inimmaginabile. Se fosse sospettato di favoritismi, i governatori delle 13 banche federali che compongono il sistema lo rimuoverebbero prima ancora che avesse il tempo di scrivere una lettera di dimissioni accampando la sua passione per il tennis o il desiderio di passare più tempo con la moglie.
Nella finanza globalizzata, non c'è accusa peggiore, per una nazione industrializzata che quello di essere infetta da un morbo asiatico noto come cronies capitalism, cioè un capitalismo che può essere dinamico, aggressivo, conquistatore di mercati, ma rimane nelle mani di famiglie e clan in grado di applicare le regole come vogliono loro. Gli investitori stranieri interessati ad operare in Corea, in Giappone, in Thailandia o nelle Filippine hanno sempre integrato, nei loro calcoli del rischio-paese, la possibilità che i parenti del tale primo ministro, o i proprietari del tale zaibatsu, si interessassero agli stessi affari cui loro erano interessati.
I difensori del sistema bancario ‟all'italiana” dimenticano che, nel mondo reale, ciò che scrivono l'”Economist” e il ‟Financial Times” conta parecchio. Se l'Italia, almeno nel settore bancario, dà l'impressione che le autorità indipendenti, assieme a buona parte del sistema politico, sono disposti a taroccare le regole per favorire gli amici, si ritroverà con il resto del mondo pronto a dirottare i propri investimenti sul Burkina Faso.

Fabrizio Tonello

Fabrizio Tonello (1951) insegna Scienza dell'Opinione Pubblica presso l'università di Padova. Ha insegnato anche nel Dipartimento di Scienze della Comunicazione presso l'università di Bologna e nella Scuola Internazionale Superiore di …