Michele Serra: L'amaca di domenica 9 luglio 2006

10 Luglio 2006
La ridicola deriva di ciò che rimane dell’idea monarchica in Italia non conosce tregua. Adesso salta fuori una sedicente Consulta dei senatori del Regno, che spodesta dal suo non-trono il non-re Vittorio Emanuele (sembra una pagina di Lewis Carroll) e nomina "capo di casa Savoia" il cugino Amedeo, poveretto. Se credete che la ragione di questa detronizzazione virtuale, da parte di senatori virtuali di un non-regno, dipenda dal fatto che il non-re (ora fu-non-re) Vittorio Emanuele è coinvolto in una fosca storia di baldracche e gioco d’azzardo, vi sbagliate. I non-senatori sostengono che Vittorio Emanuele è indegno del non-trono perché "ha sposato una donna borghese". Lo sostengono quarant’anni dopo il matrimonio, facendo ridere rumorosamente i pochissimi italiani vagamente interessati a questi cascami surreali. E riuscendo a coniugare, in un colpo solo, il disgustoso classismo dell’aristocrazia nera e la peggiore ipocrisia democristiana. Se la cosa fosse seria, i "senatori del Regno" andrebbero denunciati perché la Costituzione repubblicana ha abolito i titoli nobiliari e non ammette discriminazioni tra i cittadini. Non essendo una cosa seria, basta una raffica di pernacchie (ennesima, ma temo non finale) a salutare, in gruppo, gli artefici di questa inesauribile parodia.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…