Enrico Franceschini: Il doppio miracolo del Beato Angelico. Suoi quadri ritrovati in una villa a Oxford

16 Novembre 2006
È il momento dei capolavori ritrovati per caso, in Gran Bretagna. Risale a qualche giorno fa la notizia di un presunto quadro del Caravaggio (anche se molti esperti dubitano della sua autenticità), scoperto nelle cantine di Buckingham Palace dove sarebbe rimasto a impolverarsi per quattrocento anni. Adesso un nuovo ritrovamento: due piccoli dipinti del quattordicesimo secolo, attribuiti a Fra’ Angelico, che erano scomparsi da Firenze durante le invasioni napoleniche, sono stati rinvenuti nella camera da letto per gli ospiti di una casetta di Oxford, abitazione di un’insegnante in pensione recentemente deceduta.
Verranno messi all’asta a Londra in marzo, a un prezzo di partenza stimato in oltre un milione di sterline, circa un milione e mezzo di euro: e dire che la loro proprietaria li aveva acquistati in una bottega di cianfrusaglie in America, negli anni Sessanta, per poco più di duecento dollari.
Fra’ Angelico, il cui vero nome era Guido di Pietro, conosciuto anche con il soprannome di "pittore degli angeli", era un religioso domenicano, che visse dal 1387 al 1455. Nel 1984 è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II, e da allora viene chiamato anche il "Beato Angelico". I due dipinti, raffiguranti due santi, erano i pezzi mancanti di un altare scomparso dalla chiesa di San Marco a Firenze nel corso delle guerre napoleoniche, tra il 1799 e il 1815: il pannello centrale e 8 piccoli quadri che lo circondavano erano stati ritrovati negli ultimi anni in Germania e negli Stati Uniti. Dove fossero finiti gli ultimi due restava uno dei grandi misteri irrisolti della storia dell’arte. Le due opere sono state scoperte nella residenza di Jean Preston, un’accademica morta quest’anno, a 77 anni di età. Esperta di scritture medievali, la donna viveva in modo frugale e aveva appeso i due quadretti nella sua stanza per gli ospiti. Pare che avesse comprato i due dipinti in California, durante un viaggio, negli anni Sessanta, pagandoli l’equivalente di 300 euro odierni.
Soltanto poco prima di morire si sarebbe resa conto del loro valore, dopo che i dipinti sono stati identificati da Michael Liveridge, un amico di famiglia e capo del dipartimento di storia dell’arte dell’università di Bristol. Liveridge terrà stamani una conferenza sulla scoperta al British Institute di Firenze. ‟È un ritrovamento che toglie il fiato”, commenta Dillian Gordon, curatore della pittura italiana alla National Gallery di Londra, ‟non smetto mai di meravigliarmi su come vengono alla luce questi capolavori”.

Enrico Franceschini

Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …