Nel solo dibattito reale che conta e che deciderà le elezioni, quello fra l’America e la propria economia, il risultato è ormai chiaro: l’America sta perdendo.
‟Qest'elezione rappresenta un punto di svolta. Obama ha detto che vuole aumentare le tasse per i redditi superiori a 250.000 dollari e diminuirle per i redditi minori. E ci vuole coraggio in America per un'affermazione simile”.
C’è un buco nero nel cuore del disastro finanziario globale, una voragine sulla quale tutti ci affacciamo, scavata dal fallimento di una presidenza che non riesce neppure più a compattare il proprio partito per passare una legge disperata.
‟Il suo istinto fondamentale è il moderatismo, il bipartitismo, il centrismo”. Parla il giornalista di ‟The Nation”, Alexander Cockburn, che non trova nessuna ragione per votare a favore di Barack, ma solo motivi per votare contro McCain-Palin.
Tra maree di messi dorate scarmigliate dal vento e vecchi ferrovieri contorti dall’artrosi e senza assicurazione, il romanzo verità della campagna elettorale dell’uomo che ha entusiasmato e terrorizzato l’America arriva al finale
Fu alle ore 9.05 dell’11 settembre 2001 che la presidenza, la vita, il futuro di un uomo fortunato di 55 anni chiamato George Walker Bush furono inchiodate alla realtà, come una farfalla a uno spillo
Davanti al Senato la prima carica degli studenti di destra. Sono una sessantina, hanno caschi e passamontagna, lunghi e grossi bastoni. Urlano ‟Duce, duce”. Circondano un ragazzino e lo riempiono di mazzate. È successo tutto sotto gli occhi della polizia.
Alcune notizie sulla vita politica di questo paese hanno, al meglio, la forma del paradosso, al peggio quella della pazzia. Come se non una, ma molte rotelle fossero fuori uso, e pensieri scarrucolati circolassero indisturbati
Mentre noi ci gingilliamo ancora con l’identità padana, l’America non vive più la razza Obama come corpo estraneo e può aspirare al superamento simbolico dei conflitti razziali che pure hanno contraddistinto tanti passaggi drammatici della sua storia.
Tra le righe della baraonda di ieri, che ha visto riaprirsi le pagine più losche della nostra storia di piazza, si registrano le nuove voci governative in favore dei finanziamenti alle scuole private
Mentre tutti i telegiornali hanno aperto con il lancio di sedie di piazza Navona, a Bologna un uomo ha rischiato di morire, preso a calci e sassate da un drappello di curvaioli. Motivo: il figlio aveva una sciarpa della Juventus
La cosa più interessante, e più bella, che potrebbe scaturire dal nuovo movimento degli studenti è che la sua crescita provochi un vero, fertile cortocircuito culturale con il mondo degli adulti
Se è vero che ogni movimento progressista, per crescere e magari vincere, ha bisogno di un’utopia, o per lo meno di un grande azzardo, Veltroni sabato scorso l’ha enunciato con assoluta precisione
C’è una buona notizia. I giornali di destra trattano la rivolta anti-Gelmini di centinaia di migliaia di insegnanti e studenti come una insorgenza di neghittosi (studenti somari, docenti fannulloni)
"Facinorosi" è una parola fantastica, non la sentivo dai tempi della "Notte" di Nino Nutrizio (i più giovani non possono sapere che cosa si sono persi), dai tempi della vecchia destra d’ordine, azzimata e perbenista
Bisognerebbe trovare un neologismo per sostituire la vecchia e impropria parola "regime". Non è facile, perché la nuova parola dovrebbe riuscire a descrivere ciò che è quasi indescrivibile: per esempio, un presidente del Consiglio (per gli acquisti)
Chi è depresso per il tracollo della finanza mondiale può trovare preziosi istanti di svago seguendo le dichiarazioni di Berlusconi che hanno quella impudente spensieratezza che rende il nostro premier unico al mondo
Finalmente sappiamo - ufficialmente - perché la grande maggioranza dei socialisti craxiani stanno con Berlusconi. La ragione, illustrata da Fabrizio Cicchitto, è che ‟la sinistra è finita nel 1992”, con Mani Pulite
Neanche il dolore più fondo può spiegare del tutto la furia e l’odio dispiegati a Palermo attorno ai funerali di due poveri ragazzi che si sono schiantati, in senso vietato, su un motorino senza assicurazione, per sfuggire a un controllo della polizia
Dice Berlusconi che la parola velina è "denigratoria e un po’ razzista". Una banalità che non rende onore a una delle parole più simboliche della storia della televisione italiana: genesi e sviluppi del termine meriterebbero un paio di tesi di laurea