Marco D'Eramo: Presidenziali USA. Per Obama, Colin Powell e tanti soldi

04 Novembre 2008
Ottima la settimana scorsa per Barack Obama. Nel dibattito di mercoledì notte, tutti i sondaggi l'hanno dato per vincente. Sabato il suo stato maggiore ha annunciato per settembre una raccolta record di fondi: 150 milioni di dollari che portano il totale a 604 milioni di dollari, il più alto mai registrato nella storia delle presidenziali. A settembre 632.000 nuovi donatori si sono aggiunti ai già oltre 2,4 milioni, portando il totale a 3,1 milioni di sostenitori. In confronto John McCain aveva raccolto fino ad agosto 240 milioni di dollari (circa la metà di Obama fino ad allora) e poi ha deciso di limitarsi agli 84 milioni del finanziamento pubblico. Anche Obama aveva detto di volersi limitare al finanziamento pubblico, in nome della lotta alla corruzione politica, ma poi, visto il suo vantaggio nella raccolta di fondi, ha cambiato idea, un voltafaccia che non è stato molto apprezzato dai suoi sostenitori e che McCain gli rinfaccia in continuazione. Con il risultato paradossale che ora McCain fa la vittima, il candidato povero ma onesto, snobbato dalle lobby, mentre dipinge Obama prigioniero dei grandi finanziatori. Obama sta usando la sua schiacciante superiorità economica per inondare di spot le tv degli stati in bilico e per comprarsi mezz'ora in prima serata sui tre canali principali (e forse anche su Fox News, il canale della destra) il 30 ottobre, cinque giorni prima del voto. Sempre sabato, Obama ha tenuto due comizi oceanici, uno a Saint-Louis, davanti a una folla di 100.000 persone, e un altro a Kansas City con 70.000 astanti.
L'ultima buona notizia per Obama è l'appoggio ricevuto domenica mattina dall'ex capo di stato maggiore durante la prima guerra del golfo (1992), ed ex segretario di stato (cioè ministro degli esteri), Colin Powell. Un appoggio atteso da tempo. Ma i commentatori sono divisi sulla sua efficacia. Questo sostegno è importante in quanto viene da un generale a quattro stelle e quindi contribuisce a smentire uno dei temi preferiti della campagna repubblicana, e cioè che Obama è troppo giovane e inesperto per essere comandante in capo delle forze armate. Ma quest'appoggio è indebolito da un lato dalla viltà di cui si è macchiato Powell nel febbraio 2003, quando andò alll'assemblea dell'Onu giurando - con gran dispiego di cartine, tabelle e foto - che vi erano prove inconfutabili che l'Iraq possedesse armi di distruzioni di massa. Dall'altro, dall'essere anche Powell nero (in realtà a guardarlo bisogna proprio saperlo, altrimenti lo si prenderebbe per più bianco di molti nostri leghisti). In questo senso, l'appoggio di Powell rischia di confinare Obama nella neritudine: «i neri si appoggiano tra loro».
In realtà le dichiarazioni di Powell servono Obama soprattutto per quello che ha detto contro McCain. In particolare, due affermazioni sono state devastanti: 1) che con i suoi attacchi negativi, la campagna repubblicana «è andata troppo oltre». Quando i repubblicani insinuano che Obama è musulmano, la risposta giusta, ha detto Powell, è non solo che Obama è cristianissimo, ma anche che non c'è nessun male se un piccolo americano di religione islamica aspira a diventare presidente. E poi, 2) l'infelice scelta di Sarah Palin come vicepresidente. Sarah Palin è una «donna encomiabile», ha detto, ma non è pronta per fare la presidente degli Stati uniti, e questo «mi fa sorgere interrogativi sulla capacità di giudizio» di McCain. Powell si è poi detto preoccupato per le posizioni di McCain in politica sociale: «Mi troverei in difficoltà con altri due giudici conservatori alla Corte suprema».
Se si aggiunge che anche l'amministratore delegato di Google, Eric Schmidt, ha annunciato il suo sostegno - a titolo personale -, tutto pare andare a gonfie vele per Obama. Ma qualche segnale di preoccupazione giunge dall'Ohio dove, nonostante la piena di spot televisivi, e nonostante la recessione (che altrove ha affondato McCain), il candidato repubblicano mantiene un filo di vantaggio.

Marco d’Eramo

Marco d’Eramo, nato a Roma nel 1947, laureato in Fisica, ha poi studiato Sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Giornalista, ha collaborato con “Paese Sera” …