Fabrizio Tonello: Presidenziali USA. Con Barack i “senior” impoveriti dalla crisi

04 Novembre 2008
John McCain ha fatto del suo meglio, martedì sera a Nashville, ma la catastrofe finanziaria ha reso inutili tutti i suoi sforzi: secondo gli ultimi sondaggi, Obama è largamente in vantaggio in numerosi stati tadizionalmente repubblicani come la Virginia, il North Carolina, il Missouri e la Florida. Nello stato dove si perpetrò la truffa elettorale del 2000 ai danni di Al Gore la recessione spinge i cittadini verso un voto per Obama. Gli ultimi sondaggi lo danno in vantaggio di addirittura 7 punti, 52% a 45%. Solo due settimane fa, era McCain ad avere 5 punti di vantaggio. Mentre i democratici potrebbero costruire una maggioranza nel collegio elettorale anche senza i 25 delegati nella Florida, i 20 dell'Ohio, o i 13 della Virginia, se McCain perde in un solo di questi tre stati viene automaticamente sconfitto.
Due grandi stati industriali come Michigan e Pennsylvania, che tendenzialmente votano democratico ma che McCain sperava di conquistare, sono ormai saldamente per Obama, con oltre 10 punti di vantaggio. In Ohio i due candidati sono in parità, mentre Obama è avanti in posti dove nessun democratico ha vinto dopo il 1964: oltre a Virginia, North Carolina e Missouri, il partito dell'asinello ha buone chances di conquistare anche il Nevada.
La ragione di questa valanga, che non si vede come possa fermarsi prima del 4 novembre, è semplice: dopo un lungo periodo in cui la campagna elettorale non aveva ancora preso forma, cioè non aveva selezionato «il» problema attorno al quale ruotano le sorti della presidenza quest'anno, il tema centrale del 2008 è stato imposto dai fatti: il crack di Wall Street, sceso per la prima volta sotto i 10.000 punti, e in ribasso anche ieri nonostante un nuovo taglio del tasso di sconto da parte delle banche centrali.
Le perdite azionarie, le minacce sulla casa, le banche fallite o nazionalizzate, la perdita dei posti di lavoro si sono manifestati simultaneamente, fra l'inizio di settembre e l'inizio di ottobre, colpendo in particolare i pensionati, o i lavoratori attivi ma anziani, che hanno dei risparmi investiti in Borsa. Nel sistema pensionistico americano la maggior parte dei contributi dei lavoratori sono collocati in piani di accumulo (i cosiddetti 401k) generalmente investiti in azioni e obbligazioni. La Social Security garantisce soltanto un minimo vitale, quindi la qualità della vita per gran parte dei pensionati americani dipende da Wall Street, e dalle abilità dei manager a cui sono stati affidati i loro risparmi.
Nell'ultimo anno, il Dow Jones ha perso il 35% del suo valore, di cui il 20% nel giro dell'ultimo mese: per i seniors della Florida o della California molto spesso ciò significa perdere la casa e andare a vivere in una roulotte, o cercarsi disperatamente un lavoro per integrare la pensione. Improvvisamente, le promesse di McCain di abbassare le tasse, i progetti di trivellare nuovi pozzi petroliferi lungo le coste americane, gli attacchi personali contro Obama e le strizzatine d'occhio del sexy-governatore Sarah Palin hanno perso importanza. Finalmente gli americani voteranno considerando otto anni di Bush, il costo della deregulation, quello degli sgravi fiscali per i petrolieri.
Il verdetto è già evidente nei sondaggi: l'unica fascia di età in cui McCain conservava un largo margine di vantaggio su Obama, 13 punti, erano gli ultrasessantacinquenni. Questo fino a tre settimane fa: il grafico delle intenzioni di voto mostra poi una linea in discesa precipitosa, fino ad arrivare quasi a zero. In altre parole, gli anziani (più ricchi, più conservatori, e più propensi a votare per il loro coetaneo McCain) sono ora divisi esattamente a metà fra i due candidati. E poiché Obama gode di un largo vantaggio tra i giovani fino a 29 anni e di un vantaggio più ristretto, ma solido, fra gli adulti attivi (29-64 anni), questo ha spostato i sondaggi in senso a lui favorevole, con alcuni istituti che gli attribuiscono addirittura 12 punti di scarto (52% a 42%) nelle intenzioni di voto.
Il candidato democratico è ovviamente ben conscio di questa situazione e, palesemente, usa i dibattiti per rassicurare gli americani: anche martedì sera è apparso più calmo, più ragionatore, più «presidenziale» di McCain. Come il campione del mondo di scacchi cubano degli anni Venti, Raul Capablanca, Obama gioca per semplificare la scacchiera (si concentra sull'economia e nient'altro) e si accontenta del pareggio (spingendo in questo modo l'avversario a sbagliare).
McCain è apparso ben preparato, ha trasformato in una «sua» proposta l'idea che il governo rilevi i mutui dei proprietari di case in difficoltà, voluta dai democratici e già presente nel piano Paulson, ottenendo un effetto che Obama non si aspettava. Ma il candidato democratico è stato prudente, un po' noioso, timido nelle proposte che il paese si attende (e il Washington Post lo ha giustamente rimproverato di non dare agli americani il senso della gravità della situazione). Quello che ci voleva per evitare ogni passo falso e consolidare il vantaggio.

Fabrizio Tonello

Fabrizio Tonello (1951) insegna Scienza dell'Opinione Pubblica presso l'università di Padova. Ha insegnato anche nel Dipartimento di Scienze della Comunicazione presso l'università di Bologna e nella Scuola Internazionale Superiore di …