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Chissà se lo stato maggiore del Pd, molto impegnato nella campagna precongressuale, avrà l’estro e l’intelligenza di fare sua la giusta osservazione di Aldo Grasso e del sindacato dei giornalisti Rai, che invitano a sbloccare le ultime nomine (Raitre e Tg3) prima del congresso, per non dare la sgradevole impressione che spetti al nuovo segretario sistemare quelle due poltrone. Di fatto, la circostanza che i due soli tasselli ancora da sistemare siano proprio quelli, lascia pensare che sì, la decisione è stata rimandata secondo una logica di sub-lottizzazione correntizia all’interno della grande lottizzazione partitica. Circostanza resa ancora più penosa dalla compatta occupazione governativa di televisione e radio pubblica, mai così colonizzatee normalizzate. Liberare il neosegretario del Pd dalla patetica incombenza di riempire il solo buchetto rimasto libero sarebbe, tra l’altro, un gesto di carità nei suoi confronti: una volta insediato, avrà ben altroa cui pensare,a meno che la politica sia davveroe soltanto un gioco di poltrone. Ignazio Marino ha già fatto sapere di essere d’accordo, Bersani e Franceschini hanno facoltà di cementare, per una volta, un’alleanza virtuosa.