16 Settembre 2014

[...] Le ricariche telefoniche generalmente le compro presso Beko, sull’ombreggiata avenue des Batetela, una delle poche strade accoglienti di Kinshasa. Beko, un pedagogo laureato che ha da poco passato i vent’anni, è seduto lì dalle sei di mattina alle otto di sera, sotto un ombrellone, a vendere carte prepagate di Tigo, Vodacom, CelTel e Cct. Ogni giorno, ma la domenica comincia solo alle undici, perché prima vuole andare a messa, è la sua unica distrazione. Il marciapiedi dell’avenue des Batetela è un piccolo mercato all’ombra degli alberi. Accanto a lui una signora cambia i soldi, più in là una vecchia frigge dei pesciolini che, per una ragione che ancora non comprendo, vengono chiamati “Thomson”. Ancora più avanti un ragazzo vende agende tascabili, penne stilografiche e lacci per scarpe, accanto a una giovane donna che frigge frittelle su un fuoco di carbone. Una frittella, per molti, è l’unica cosa che si mangia nel corso della giornata. Buona e sostanziosa.
Nei giorni buoni, il fatturato di Beko ammonta a cento dollari, ma a lui non ne rimangono nemmeno otto. Quando vende una carta prepagata di cinque dollari, 4,60 dollari sono per l’operatore di telefonia mobile, qualche volta persino 4,75. “E poi sono soltanto i clienti grossi quelli che comprano cinque dollari di ricarica,” mi chiarisce. Bene, otto dollari di guadagno, nei giorni fortunati. Ma Beko abita lontano dall’avenue des Batetela, molto lontano. È uno degli 1,6 milioni di pendolari che ogni giorno affollano accaldati piccoli autobus Volkswagen. Il trasporto gli costa ore e ore e un dollaro e mezzo. Se vuole mangiare qualcosa di giorno, anche solo un tozzo di pane di manioca e un filetto di pesce, paga almeno di nuovo un dollaro e mezzo. Al ritorno a casa dà un dollaro alla zia che lo ospita, in quanto i suoi genitori sono morti. È l’unico, dei fratelli e delle sorelle, che guadagna qualcosa. Dei suoi otto dollari, a questo punto, ne ha già spesi la metà. E non è ancora finita.
Mentre parliamo, arriva uno strillone che comincia a sbraitare contro di lui e gli altri bancarellisti. Beko, senza replicare, gli dà duecento franchi congolesi. Un po’ più lontano c’è qualcuno con l’uniforme della polizia. [...]

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Congo di David van Reybrouck

Si parte dal gigantesco estuario del fiume Congo, come i colonizzatori, i missionari, i bianchi hanno sempre fatto. Un getto possente di detriti, terra, alberi che trasforma l’oceano in un brodo torbido per centinaia di chilometri: “Le immagini del satellite lo mostrano chiarame…