Riotta Gianni: La ragione umile ultimo traghetto

14 Novembre 2003
L' eclisse della ragione è arrivata in prima pagina, nell' editoriale di Stefano Folli sul Corriere di domenica, in contemporanea con i brutti dati sul risentimento europeo contro Israele. C' è un nesso tra i due fenomeni? E' necessaria una stagione neoilluminista per contrastare le tenebre che vanno a circondarci? A mio modo di vedere, sì. L' attuale crisi di fiducia nella ragione umana data dalla fine della Seconda guerra mondiale. Il filosofo tedesco Theodor Wiesengrund Adorno guarda smarrito alle macerie d' Europa e conclude che non ci potrà più essere poesia dopo Auschwitz, perché la ragione illuminista ci addita solo rovine. L' arte concorda disperata, dall' «Urlo» del quadro di Munch, alle sculture anoressiche di Giacometti, all' angoscia di Sartre, all' incomunicabilità del Godot di Beckett e del «Deserto rosso» di Antonioni. Un addio alla ragione, alla fede nello spirito, già denunciata dal San Giovanni citato da Leopardi nella «Ginestra», «E gli uomini preferirono le tenebre alla luce». La critica del 1968 alla neutralità della scienza, avanzata a titoli diversi da Foucault, Feyerabend, Cini e Giorello, corrode l' ottimismo razionale dell' Ottocento e del primo Novecento. La tecnologia non ci entusiasma più con la Luna, la penicillina, il computer e il vaccino antipolio, ma avvelena con la strage di Bhopal, la Chernobil nucleare, i nati malformati dal talidomide, l' inquinamento, dall' Ipca di Cirié ai fanghi rossi di Marghera. Il tramonto della ragione investe l' informazione. L' orgogliosa tesi di laurea del filosofo Jürgen Habermas («Storia e critica dell' opinione pubblica», Laterza) proclama i giornali centro di «formazione della coscienza pubblica critica», esercizi spirituali del nostro mondo. E invece? La tv è quella che sapete, al tempio del New York Times si fanno largo i mercanti di bugie e Internet, terra promessa della comunicazione globale, diventa fabbrica di calunnie dove un piano della Cia abbatte le Torri Gemelle e il Pentagono, un oleodotto fantasma dissangua l' Afghanistan e un passaparola segreto salva gli ebrei l' 11 settembre 2001. La ragione, che credevamo onnipotente, ci delude, e cadiamo preda del nichilismo. Stanchi di medicina ufficiale ci dopiamo con il metodo Di Bella. Gli eccessi di consumismo ci fanno dimenticare che senza produrre nuova ricchezza la povertà non si elimina. Le ombre crudeli del passato, il colonialismo o Stalin, ci rendono increduli davanti a ogni ipotesi di società più eque. La ragione umana resta la nostra sola speranza, metodo di conoscenza rigoroso e audace. Niente, dall' arte, alla scienza, alla politica, alla fede religiosa, è per noi vivibile se non attraverso la ragione, anche i sentimenti, l' amore, la solidarietà, le passioni, sono nulle senza ragione. Chi contrappone la «mente» al «cuore» quasi sempre non ha né l' una né l' altro, Ovidio apre l' «Arte di amare» invitandoci a «faticare» per innamorarci e il filosofo Gregory Bateson ammonisce che le lacrime sono un fatto intellettuale, compatire vuol dire comprendere gli altri. Un mercato che crei opportunità e non le contragga come vuole Hernando De Soto, una politica che crei solidarietà e non conflitti come predica Amartya Sen, una comunità che trovi nuove identità e non lacerazioni etniche, un sistema di rapporti umani che osteggi l' alienazione e si nutra di dialogo, una religione non autoritaria ma compassionevole: solo traghetto è la ragione, non più onnipotente, umile ma indispensabile. Altro esorcismo non abbiamo contro il razzismo, l' odio per gli altri, i pogrom primordiali contro i «giudei». Alle origini del mondo moderno, all' alba dell' illuminismo da rifondare, c' è il filosofo Baruch Spinoza: insegnava che solo la ragione, al contrario delle paure di Adorno, può portarci ovunque, alla tolleranza per il prossimo, la convivenza con gli altri, perfino l' amore per Dio. Ascoltiamolo, non preferiamo la tenebra nichilista alla luce razionale.

Gianni Riotta

Gianni Riotta, nato a Palermo nel 1954, ha studiato all’Università di Palermo e alla Columbia University di New York. Ha lavorato come giornalista per varie testate da Roma e da …