Il candidato democratico delinea il suo piano per uscire dalla depressione: posti di lavoro, aiuti a famiglie e imprese per rilanciare l'economia reale.
Nello stato del senatore McCain, candidato repubblicano alla presidenza Usa. Era tra gli stati in crescita più rapida, ma ora ‟la crescita si è rotta”, le imprese chiudono, il deficit cresce. Primi segni di recessione
Nell'aria secca del crepuscolo, sul portabagli di molte auto risalta lo sticker della radio cattolica, su alcune il santino di Benedetto XVI. Una volontaria repubblicana mi sussurra eccitata: ‟Arriva la star!. È lui, quant'è bello!”
Voci di donne che tifano per McCain. Fanno parte della Women Coalition, sono scrittrici di libri cristiani che difendono con furia la scuola privata, giovani studentesse attiviste in carriera politica
Ora che l’ipotesi di una presidenza Obama comincia a solidificarsi in previsioni di voto che neppure i dibattiti riescono a invertire, l’enormità di quello che l’America potrebbe produrre va registrata in tutta la sua dimensione storica.
Per chi sta suonando la campana di Wall Street? Per l' agitato e scomposto McCain che sta scivolando nei sondaggi? Per l' impassibile e fin troppo distaccato Obama che fa melina per difendere il vantaggio?
Se tutti i complotti contro di lui sono come quello svelato l'altro giorno, Obama può dormire sonni tranquilli. Due balordi di 18 e 20 anni, provenienti da due sperduti paesetti rurali del sud razzista, trovati in possesso di due schioppi a canne mozze
Un vago senso di vertigine, e qualche conato di nausea, assale chi tenta di seguire minuto per minuto gli ondivaghi sondaggi elettorali americani a 72 ore dal voto. Anche escludendo i risultati più stravaganti
Guardate Barack Obama e vedrete un uomo a cavallo. Cavalca l’onda della fine di un’epoca storica, il dominio della destra ultraliberista, moralista e antistatalista che si alzò in California 40 anni or sono
‟Per i diritti civili degli immigrati, l'Arizona è oggi quello che il Mississippi era negli anni '60 per i neri”: è lo stato in cui vige un clima di intimidazione e terrore che sconfina in un vero e proprio razzismo verso i ‟latinos”.
L’angoscia che da giorni viviamo al risveglio e che ci manda a letto con l’incubo di alzarci senza futuro, senza casa e senza risparmi, non è la fine del mondo. E’al contrario il travaglio per partorirne uno nuovo
L’Arizona è lo stato di cui è senatore McCain: ma il candidato repubblicano qui non è popolare. Così i democratici sperano. E contano sul voto dei ‟latinos”, conservatori nei valori ma tartassati dalla crisi economica e dal razzismo strisciante.
Era gennaio, la strada ancora lunga. In una palestra del North Carolina, ascoltai la Voce intonare il salmo: "Questa sera una luce scenderà dall’alto per illuminarvi, conoscerete un’epifania e voi vi scoprirete a dire: Devo votare per Obama’".
‟Qest'elezione rappresenta un punto di svolta. Obama ha detto che vuole aumentare le tasse per i redditi superiori a 250.000 dollari e diminuirle per i redditi minori. E ci vuole coraggio in America per un'affermazione simile”.
Il vecchio generale torna in guerra, per salvare il soldato Obama. Colin Powell, il più grande e rispettato ufficiale e statista afroamericano della storia Usa, muove contro un reduce del Vietnam come lui, John McCain.
Ottima la settimana scorsa per Barack Obama. Nel dibattito di mercoledì notte, tutti i sondaggi l'hanno dato per vincente. Sabato il suo stato maggiore ha annunciato per settembre una raccolta record di fondi
Oggi l'America vota. E vota contro la storia. Vota per eleggere un presidente nero (che ironia, se vincitore, occuperà la Casa bianca) in un paese fondato su tre secoli di schiavismo, marcato da un secolo di segregazione
C’è un buco nero nel cuore del disastro finanziario globale, una voragine sulla quale tutti ci affacciamo, scavata dal fallimento di una presidenza che non riesce neppure più a compattare il proprio partito per passare una legge disperata.
‟Il suo istinto fondamentale è il moderatismo, il bipartitismo, il centrismo”. Parla il giornalista di ‟The Nation”, Alexander Cockburn, che non trova nessuna ragione per votare a favore di Barack, ma solo motivi per votare contro McCain-Palin.