Gianni Rossi Barilli: Eutanasia di un dibattito

06 Settembre 2004
Gli olandesi, se e quando ne venissero informati, potrebbero rimanere stupiti del gran parlare che si fa in Italia della loro decisione di estendere la possibilità di praticare l'eutanasia, in casi estremi, anche ai minori di dodici anni. Da noi questa eventualità non era mai stata neppure ventilata, benché esistano ben cinque progetti di legge depositati in parlamento per regolamentare l'eutanasia, che per ora rimane vietata in qualunque circostanza. Eppure, è bastato che dei magistrati olandesi autorizzassero la clinica universitaria di Groningen a praticare l'eutanasia anche in casi senza speranza che riguardino bambini per scatenare una bagarre oratoria da grandi occasioni anche in Italia. In prima fila il ministro della sanità Girolamo Sirchia, che pur essendo in trasferta per servizio a Pechino non ha rinunciato a dire la sua, forte e chiara, alle agenzie di stampa. La decisione olandese, a suo parere, "infrange un principio fondamentale e l'eutanasia nei bambini è ancora più grave perché questi non possono manifestare la loro volontà". In Olanda, secondo il ministro, la situazione sta sfuggendo di mano: "a fronte di circa 250 notificazioni di interruzione della vita - ha aggiunto - pare che ne avvengano di fatto due o tre volte di più e nessuno sa dire se queste condizioni ricadono in quelle previste dalla legge".
Una discussione sull'eutanasia del tutto a prescindere da casi concreti e specifici, come già si capisce dalle dichiarazioni di Sirchia, rischia di diventare astratta e ideologica. E sono in effetti queste le coordinate del dibattito italiano, soprattutto per quanto riguarda il "coro di no" che ha sommerso gli ignari olandesi. Attinge direttamente alle fonti della deontologia professionale, per fare un esempio, il presidente della federazione degli ordini dei medici Giuseppe Del Barone, spiegando che "il medico è nato per curare, non per uccidere. Per questo ribadisco il mio forte no all'eutanasia, che nei bambini diventa una vera crudeltà. Non conosciamo, infatti, le possibilità di reazione alle cure e di recupero dei più piccoli. Tanto che non sono infrequenti le guarigioni inspiegabili". Se già gli addetti ai lavori scientifici non disdegnano la cultura del miracolo, figuriamoci gli altri.
Ben prima degli eventi soprannaturali, comunque, ciò che proibisce serie discussioni sull'eutanasia è la concezione religiosa in base alla quale ogni scelta sulla vita e sulla morte non spetta agli esseri umani ma a Dio, e in seconda istanza ai suoi ministri sulla terra. È quanto risulta chiarissimo da innumerevoli dichiarazioni di politici cattolici. Come Rosy Bindi, che definisce "inquietante" la scelta dell'Olanda di estendere l'eutanasia ai bambini ma dice di non essere sorpresa, perché "quando si ammette nel proprio orizzonte scientifico e morale l'ipotesi dell'eutanasia diventa difficile circoscriverne l'applicazione". Discorso identico a quello, ancora più esplicito, della presidente del Movimento italiano genitori (Moige) Maria Rita Munizzi, che afferma di essere "inorridita" da quanto sta accadendo in Olanda ma non "sorpresa". "Perché - spiega - quando si cominciano ad ammettere deroghe al principio di salvaguardia della vita è facile arrivare a decisioni estreme come questa". Se però i cattolici sono pronti a ripartire immediatamente per le crociate e a immolarsi contro la "morte dei bambini per legge", il fronte laico è piuttosto frammentato. Per il diessino Giovanni Berlinguer, presidente onorario del Comitato nazionale di bioetica che si augura che "nessun altro paese segua l'esempio olandese", "somministrare deliberatamente la morte appare come un arbitrio che può dare avvio ad abusi contro coloro che sono più deboli e indifesi". Gloria Buffo, anche lei Ds, ritiene invece che quello olandese sia "un provvedimento rigoroso e molto umano per casi drammatici, con l'obiettivo di sospendere sofferenze insostenibili e senza speranza". Maura Cossutta (Pdci) pensa che in Italia in tempi non siano maturi per discutere di eutanasia nei confronti di bambini, mentre al contrario per il segretario dei Radicali Daniele Capezzone è arrivato il momento di parlarne. Capezzone afferma che la posizione di totale opposizione all'eutanasia del ministro Sirchia è "talebana" e informa che il suo partito ha una proposta di legge "già pronta per dire ancora una volta sì al diritto a una morte nella pietà e nella dignità". Il solo problema è che l'attuale confronto "legislativo" si svolge su norme che si applicano solo agli olandesi.

Gianni Rossi Barilli

Gianni Rossi Barilli, nato a Milano nel 1963, giornalista, partecipa da vent’anni alle iniziative del movimento omosessuale, come militante, scrivendo, discutendo e anche litigando. Ha lavorato a “il manifesto” dal …