Riccardo Staglianò: Onu. Sì alla guerra preventiva ma solo con le regole Onu

14 Dicembre 2004
Contro il rischio di diventare irrilevante l’Onu ha pronto un piano di riforma. Un progetto ambizioso in 95 pagine e 101 articoli quello che la commissione di saggi voluta da Kofi Annan ha presentato ieri e che prevede, oltre alla modifica del Consiglio di sicurezza, nuove politiche anti-terrorismo, disposizioni sulla legittimità nell’uso della forza (ipotizzando, pur tra mille cautele, anche "l’attacco preventivo") e varie altre misure che puntano a restituire efficacia all’azione delle Nazioni Unite. "Spero che questo faciliterà la discussione - ha detto il segretario generale - e aiuti gli Stati membri a decidere entro il 2005".

Consiglio di sicurezza.
Il capitolo sul rinnovo dell’"esecutivo" del Palazzo di vetro è il più cospicuo e spinoso. La filosofia generale prevede un maggior coinvolgimento decisionale di chi contribuisce di più finanziariamente, militarmente e diplomaticamente all’attività dell’Onu. In pratica i 16 membri della commissione hanno proposto, dopo un dibattito durato un anno, due alternative all’allargamento del Consiglio dagli attuali 15 a 24 membri. Il primo modello prevede l’aggiunta di 6 nuovi seggi permanenti ma senza potere di veto (due dall’Africa, due dall’Asia, uno dall’Europa e uno dalle Americhe) e di 3 non permanenti a rotazione biennale. Un’ipotesi sostenuta da Giappone e Germania (secondo e terzo contribuente al budget), India e Brasile (rispettivamente secondo paese più popoloso del mondo e primo dell’America Latina), che reclamano da tempo lo status "permanente", oltre che da Nigeria, Egitto e Sudafrica. Il secondo modello immagina la creazione di 8 membri semi-permanenti (con un mandato di 4 anni) e rieleggibili e l’aggiunta di 1 nuovo, non permanente. Idea che trova il consenso di Italia (che se la Germania venisse promossa resterebbe l’unico Stato europeo importante a restare fuori dal "club"), Pakistan (in chiave anti-indiana), Messico e Argentina contro la pretesa del Brasile.

Uso della forza.
La vicenda della guerra in Iraq ha segnalato, nel modo più eclatante, i rischi di unilateralismo nella soluzione di crisi internazionali. Partendo da questa premessa, in caso di "scenari da incubo" - che minaccino l’impiego di armi di distruzione di massa - la proposta di riforma ammette anche "un’azione militare preventiva" ma solo se autorizzata dal Consiglio di Sicurezza. Decisione che comunque potrebbe essere presa solo in presenza di cinque criteri: "serietà della minaccia, scopo appropriato, ultima risorsa, mezzi proporzionati, equilibrio delle conseguenze".

Terrorismo.
La commissione ha anche proposto una definizione di terrorismo che, qualora venisse accolta, sarebbe la prima con il sigillo Onu. è tale "qualsiasi azione intesa a procurare morte o ferite a civili e non combattenti quando lo scopo è di intimidire la popolazione o spingere un governo o un’istituzione internazionale a fare o ad astenersi da un qualsiasi atto". Una formulazione che ha provocato malumori tra i paesi arabi nella parte in cui specifica - con un riferimento che sembra fatto apposta per la situazione palestinese - che "un’occupazione non giustifica la presa a bersaglio e l’uccisione di civili".

L’iter.
Le raccomandazioni saranno recepite da Annan in un rapporto che farà a marzo all’Assemblea generale e che diventerà a sua volta la base di discussione di un summit di capi di Stato il prossimo settembre. Poi sarà l’Assemblea a decidere. Alcune misure potranno essere rese esecutive dallo stesso segretario generale, ma non quelle riguardanti il Consiglio per cui serve una maggioranza qualificata di due terzi. Tantopiù che il numero uno del Palazzo di vetro non è mai stato tanto criticato. A indebolirlo è lo scandalo "Oil for food" in cui non solo la sua organizzazione ma anche la sua famiglia sarebbero coinvolti. E per cui la destra americana ha già chiesto le dimissioni.

Riccardo Staglianò

Riccardo Staglianò (Viareggio, 1968) è redattore della versione elettronica de "la Repubblica". Ha scritto a lungo di nuove tecnologie per il "Corriere della Sera" ed è il cofondatore della rivista …