Riccardo Staglianò: L´Austria indaga su Ahmadinejad

06 Luglio 2005
Il presidente sequestratore diventa, nella girandola delle accuse che si moltiplicano, un presidente assassino. A intorbidire le acque del passato del neo eletto capo di stato iraniano, Mahmoud Ahmadinejad è adesso un fantomatico "testimone D" che la magistratura austriaca vuole interrogare. Per capire se l´attuale uomo forte di Teheran abbia avuto un ruolo nell´uccisione, quasi trent´anni fa a Vienna, del capo dell´opposizione curda iraniana e di due suoi collaboratori. ‟Accuse assurde e infondate” ha replicato irato il portavoce del ministero degli Esteri Hamid Reza Assefi. Che ha subito convocato l´ambasciatore austriaco a Teheran per chiedergli spiegazioni.
Il grave caso diplomatico inizia dalla denuncia fatta dal portavoce dei Verdi austriaci, Peter Pilz, nei giorni scorsi. Nei documenti che il parlamentare ha consegnato alla giustizia viennese c´era la versione del "testimone D", un giornalista iraniano residente a Parigi, che racconta di aver ricevuto la soffiata da uno dei killer che presero parte alla missione del luglio ‘89. Quando il curdo Abdel Rahman Ghassemlou, a Vienna per trattative segrete con rappresentanti del governo iraniano, fu ucciso a colpi di pistola in un appartamento insieme ad altre due persone. I membri della squadra omicida riuscirono a fuggire. E tra loro, secondo la fonte, c´era anche Ahmadinejad, all´epoca dirigente nelle Guardie della rivoluzione islamica. ‟Non posso personalmente giurare che siano vere - ha Pilz detto alla Reuters - ma di certo sono credibili”, con dettagli che solo qualcuno direttamente coinvolto nella vicenda poteva conoscere.
Il governo iraniano, già infuriato dopo le insinuazioni di un possibile ruolo del neo-presidente nel commando che nel ‘79 prese in ostaggio 66 tra diplomatici e cittadini americani nell´ambasciata statunitense a Teheran, ha reagito durissimamente. ‟Respingiamo categoricamente questa accuse - ha replicato il portavoce Hassefi - che fanno parte di una sceneggiatura allestita da ambienti sionisti contrariati dall´alta partecipazione degli iraniani alle elezioni”. Una dichiarazione che seguiva di poco quella sul futuro dei negoziati sul nucleare con l´Europa. ‟Molto dura” è stata la previsione del capo dell´Agenzia iraniana per l´energia atomica Gholamreza Aqazadeh su come sarebbe andata la prossima tornata di trattative. Dal momento che la Repubblica islamica non è intenzionata a rinunciare alla tecnologia per l´arricchimento dell´uranio, come aveva già confermato Ahmadinejad (‟è un diritto del popolo”). Mentre il ministro degli Esteri francese Philippe Douste-Blazy, incontrando a Washington la collega Condoleezza Rice, ha detto che l´Europa non accetterà mai una ripresa delle attività nucleari iraniane.

Riccardo Staglianò

Riccardo Staglianò (Viareggio, 1968) è redattore della versione elettronica de "la Repubblica". Ha scritto a lungo di nuove tecnologie per il "Corriere della Sera" ed è il cofondatore della rivista …