Gianni Riotta: La saggezza dell'Orso e la forza della Tigre sono le virtù del leader

29 Settembre 2005
L’Orso saggio Baloo o la Tigre feroce Shere Khan? I due animali del Libro della Giungla di Rudyard Kipling simboleggiano le virtù cardinali del leader politico. La capacità di presagire il futuro, di indirizzarlo e gestire il consenso dei governati con la placida sicurezza di Baloo e la cinica, determinata foga di primeggiare di Shere Khan. I grandi leader accoppiano i Dna della sapienza e della forza, capaci di ideare piani nobili e di piazzare colpi spietati. De Gaulle incarna in sé la Francia perduta ma poi si batte con petulanza contro Churchill; Churchill resiste da solo a Hitler ma non esita a minare con le calunnie i rivali; Roosevelt salva l’America dalla Depressione e il mondo dal totalitarismo, ma alle quattro Convenzioni vinte gioca sporco contro gli oppositori, perfino manomettendo i microfoni.
Al Congresso del partito laburista, nella mesta località balneare di Brighton, l’Orso Saggio Baloo si batte mascherato da Cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown, l’istinto per la mossa felina è virtù del premier Tony Blair. È Brown ad avere assicurato alla Gran Bretagna, in questi anni, un tasso di crescita senza uguali in Europa, mantenendo i risultati economici dei conservatori e portando i vecchi laburisti a una stringa di vittorie senza precedenti. Ora, come pattuito tanti anni fa a un pranzo ormai storico, chiede a Blair Shere Khan di passare la mano, ehm la zampa, e permettergli di governare dal numero 10 di Downing Street. Shere Khan Blair sa di averlo promesso, sa che il suo consenso è logorato, ma non sa tornare indietro.
In Germania la Angela Merkel ha provato a vincere con il buon senso del plantigrado Baloo e s’è vista abbrancare, all’ultimo, dal balzo alla giugulare del socialista Schröder. Anche in America, nel 2000 e nel 2004, i democratici di Gore e Kerry hanno fatto campagna puntando sulla sicurezza di avere ragione, ‟come fate a non votarci?”, secondo la dottrina Baloo. E in entrambi i casi BuShere Khan li ha atterrati. Non basta presentarsi davanti agli elettori persuasi di avere ‟le idee giuste”, occorre muoversi con l’occhio della tigre, o si perde. La campagna elettorale italiana durerà, ahinoi, mesi e non fa conto di occuparsene fin da adesso. La giungla ha già espresso il verdetto, vincerà la sinistra di Romano Prodi, che nel 1996 fece campagna con l’incedere dell’Orso Saggio Baloo, venendo poi abbattuto in Parlamento dalle tigri Shere Khan, dai differenti manti a strisce ma tutte assai spicce. A destra tanti consiglieri del premier Silvio Berlusconi lo invitano a non tentare neppure di offrire agli elettori qualche ragione di saggezza per votarlo, e di concentrarsi nei colpi di comunicazione. In gabbia Baloo, in campo solo Shere Khan. La giungla italiana è misteriosa, percorsa da lupi astuti, velenosi cobra, scimmie petulanti, qualche sciacallo veterano. A guardare i mesi che ci aspettano, sembra però fin d’ora chiaro che Prodi non vincerà, se non accompagna l’immagine da Orso Saggio Baloo con qualche zampata da tigre (e forse per questo ha richiamato a sé il fido consigliere Silvio Sircana della vittoria ‘96). E che le speranze di rimonta di Berlusconi saranno fievoli se non smette di credersi sicuro della propria forza e delle passate vittorie come Shere Khan all’ultimo capitolo, e non ascolta i pochi Baloo che gli son rimasti intorno, mentre scimmie, serpenti e sciacalli scappano già lesti.

Gianni Riotta

Gianni Riotta, nato a Palermo nel 1954, ha studiato all’Università di Palermo e alla Columbia University di New York. Ha lavorato come giornalista per varie testate da Roma e da …