I diritti umani: storia, battaglie e idee nelle voci di quanti si sono battuti e si battono per realizzarne il sogno. L’elenco delle voci raccolte da Antonio Cassese in Voci contro la barbarie.
Non è per contraddire Barack Obama, ma "il Paese dove tutto è possibile" non sono gli Usa. È l’Italia. Dove è possibile che il capogruppo del partito di maggioranza commenti l’elezione di Obama dicendo che fa contenta Al Qaeda
La violenza talebana, l'occupazione dell'Occidente, l'eroismo delle donne. Nadeem Aslam, scrittore esule, e Guido Rampoldi, inviato italiano, raccontano in due romanzi la loro verità su un Paese ancora in guerra.
Abbiamo della miseria urbana un'immagine diversa da quella statunitense. Pensiamo ad affollate bidonvilles, a una folla cenciosa. Invece qui hai strade deserte lungo cui scorrono negozi chiusi dalle vetrine sfasciate, distributori di benzina in rovina
Una spedizione punitiva di una trentina di fascisti contro la Rai (colpevole di avere trasmesso, a Chi l’ha visto?, immagini degli scontri di piazza Navona nelle quali si distinguono i volti di alcuni picchiatori) è un fatto gravissimo
Dalle convention repubblicana e democratica fino alle elezioni del 4 novembre, la cronaca e i commenti dei nostri autori sullo scontro McCain-Obama, tratti dai quotidiani italiani. Articoli di D’Eramo, Serra, Tonello, Zucconi.
L'attenzione è rivolta ai risultati del voto per il Congresso perché, nell'ipotesi di una vittoria di Obama, la sua capacità di mantenere le promesse elettorali dipenderà strettamente dalla solidità della maggioranza democratica in Congresso.
Lunghe code alle urne, battaglia in Indiana e Virginia. La candidatura della Palin è stata emozionante solo per la base dei repubblicani.Tutti ricorderanno cosa hanno fatto ieri e se hanno votato per Obama diranno "Io c’ero".
Il razzismo degli incappucciati è finito. Quello che vive e prospera e viene spudoratamente utilizzato da McCain e dalla Palin nelle ultime giornate della loro fin troppo annunciata agonia elettorale, è il "neo razzismo"
Nello stato del senatore McCain, candidato repubblicano alla presidenza Usa. Era tra gli stati in crescita più rapida, ma ora ‟la crescita si è rotta”, le imprese chiudono, il deficit cresce. Primi segni di recessione
Il vecchio generale torna in guerra, per salvare il soldato Obama. Colin Powell, il più grande e rispettato ufficiale e statista afroamericano della storia Usa, muove contro un reduce del Vietnam come lui, John McCain.
L’Arizona è lo stato di cui è senatore McCain: ma il candidato repubblicano qui non è popolare. Così i democratici sperano. E contano sul voto dei ‟latinos”, conservatori nei valori ma tartassati dalla crisi economica e dal razzismo strisciante.
Un vago senso di vertigine, e qualche conato di nausea, assale chi tenta di seguire minuto per minuto gli ondivaghi sondaggi elettorali americani a 72 ore dal voto. Anche escludendo i risultati più stravaganti
Oggi l'America vota. E vota contro la storia. Vota per eleggere un presidente nero (che ironia, se vincitore, occuperà la Casa bianca) in un paese fondato su tre secoli di schiavismo, marcato da un secolo di segregazione
Per chi sta suonando la campana di Wall Street? Per l' agitato e scomposto McCain che sta scivolando nei sondaggi? Per l' impassibile e fin troppo distaccato Obama che fa melina per difendere il vantaggio?
Era gennaio, la strada ancora lunga. In una palestra del North Carolina, ascoltai la Voce intonare il salmo: "Questa sera una luce scenderà dall’alto per illuminarvi, conoscerete un’epifania e voi vi scoprirete a dire: Devo votare per Obama’".
Se tutti i complotti contro di lui sono come quello svelato l'altro giorno, Obama può dormire sonni tranquilli. Due balordi di 18 e 20 anni, provenienti da due sperduti paesetti rurali del sud razzista, trovati in possesso di due schioppi a canne mozze
Ora che l’ipotesi di una presidenza Obama comincia a solidificarsi in previsioni di voto che neppure i dibattiti riescono a invertire, l’enormità di quello che l’America potrebbe produrre va registrata in tutta la sua dimensione storica.
Madison è una cittadina progressista, dove gli abitanti sono di origini scandinave e si respira un'aria da socialdemocrazia nordica. La sinistra locale si prepara a fare festa e a esigere dal candidato afro-americano il rispetto delle promesse fatte.
John McCain ha fatto del suo meglio, ma la catastrofe finanziaria ha reso inutili tutti i suoi sforzi: secondo gli ultimi sondaggi, Obama è largamente in vantaggio in numerosi stati tadizionalmente repubblicani