Paolo Andruccioli: La bordata di An contro Tremonti

15 Aprile 2004
Si riaprono i giochi per una intesa che sembra ormai cosa fatta. Anche Sella (Abi) si schiera con Fazio. Non è necessario cambiare le regole
Prima l'accordo bipartisan, poi lo scontro interno alla maggioranza e infine il rischio dell'affondamento definitivo. Rimane appeso a un filo il destino del disegno di legge sul risparmio, che non è ancora riuscito ad arrivare al varo delle commissioni finanze e attività produttive della camera dei deputati. Il punto che rischia di far saltare tutto è quello che riguarda la riforma dei poteri della Banca d'Italia e in particolare la richiesta del mandato a termine (e delle relative dimissioni) del governatore Antonio Fazio. Ieri però, contro questa prospettiva, è scesa in campo con una certa nettezza Alleanza nazionale. Un vero e proprio siluro contro La Malfa e Tabacci, i due più convinti nemici di Antonio Fazio, è stato lanciato ieri da Pietro Armani, responsabile economico di An, e poi da Riccardo Pedrizzi, presidente della commissione finanze del senato. In una intervista rilasciata al giornale on-line Affari italiani (www.affaritaliani.it), Pietro Armani ha detto che il suo partito rimane convinto della necessità di arrivare a una riforma bipartisan sul risparmio, ma proprio per questo ritiene che "ogni discorso riguardante il mandato a termine del governatore sia marginale". "Non ha senso - ha spiegato Armani - insistere sul mandato del governatore e sui poteri della Banca d'Italia, che non ha alcuna responsabilità sugli scandali Cirio e Parmalat, perché ha fatto il suo dovere per quanto riguarda le funzioni della vigilanza". In particolare, sempre secondo Armani, il caso Parmalat risulta esemplare perché è stato confermato che le banche più esposte sono quelle straniere, istituti che come è ovvio non sono sottoposti alla diretta vigilanza di Bankitalia. Armani si difende dalla possibile accusa di voler frenare il progetto di riforma, sostenendo che è proprio l'ostinazione di qualcuno nel voler centrare tutto sul mandato a termine e sulla riduzione dei poteri di Bankitalia la vera causa dell'eventuale flop del provvedimento.
La sortita di An non si limita poi alle considerazioni generali e alle critiche di merito del provvedimento, ma si è tradotta anche in un attacco diretto a Giorgio La Malfa e a Bruno Tabacci, presidenti delle due commissioni di camera e senato e anche i politici che durante la vincenda dell'indagine parlamentare e la conseguente messa a punto del provvedimento sul risparmio si sono maggiormente esposti. "I signori Tabacci e La Malfa - ha spiegato Armani ad Affaritaliani - che insistono tanto per questioni che sembrano più che altro di natura personale, sono i presidenti delle due commissioni, che analizzano congiuntamente il ddl e quindi dovrebbero essere strumenti di garanzia e non parti in causa".
Lo scontro interno alla maggioranza di governo non è passato inosservato tra le fila dell'opposizione, che pure è stata molto disponbile finora a smussare le differenze per tentare di arrivare a un accordo conclusivo. "Noto che la maggioranza - ha detto ieri Enrico Letta, responsabile economico della Margherita - su qualunque argomento che abbia a che fare con il sistema economico è maggioranza e opposizione allo stesso tempo". Per Letta tra i partiti di governo esiste una "dialettica continua", ma è anche evidente che "se il disegno di legge sul risparmio entra in questa resa dei conti interna alla maggioranza, salterà".
Molto perplesso, ma anche critico Alfiero Grandi, il rappresentante dei Ds che aveva già avanzato molto dubbi sul disegno di legge e che ora vede un evidente peggioramento nell'ultima stesura del testo di legge. Prima di tutto Grandi nota che nel disegno di legge sono state inserire una quantità di deleghe al governo che non esistevano inizialmente. Poi, il carattere della riforma è chiaramente vendicativo e anti Fazio. In più sarebbe davvero sbagliato sopprimere la Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione. Il risparmio previdenziale, spiega Grandi, non deve essere trattato come un risparmio qualsiasi data la sua finalità.
Intanto sul mandato a termine per il governatore di Bankitalia scende in campo anche il presidente dell'Abi, Maurizio Sella: "Non è necessario cambiare le regole".

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …