Gianni Riotta: La strategia dell' America

30 Aprile 2004
La prova di forza in corso tra Falluja e Najaf sarà decisiva per la seconda fase della guerra in Iraq. Ieri notte aerei americani Ac-130 hanno colpito posizioni ribelli a Jolan, fuori dalla roccaforte sunnita di Falluja. Poche ore prima, miliziani dell' Armata Mahdi, fedeli all' ayatollah al Sadr, s' erano scontrati con i marines a Kufa, non lontano dalla città sacra di Najaf. A 64 giorni dal passaggio di poteri agli iracheni, la coalizione alleata vuole arrivare davanti all' inviato dell' Onu Brahimi, già ieri assai pessimista, con un Iraq più stabile. I ribelli si battono per ridurre il Paese a un calderone da streghe e costringere Usa e Onu a ritirarsi, non esitando neppure a esportare il terrorismo a Damasco. Sanno che città musulmane assediate sono state ridotte in cenere, da Hama, che il leader siriano Hafez al Assad bombardò per giorni nel 1982, con cataste di 25.000 morti, a Grozny, in Cecenia, che i russi rasero al suolo tra il 1994 e il 1996, lasciandosi dietro 27.000 morti e 268.000 profughi. L' opzione del bombardamento a tappeto è preclusa agli americani, insostenibile davanti all' opinione pubblica, interna e internazionale, implicherebbe la fine della speranza di un governo civile a Bagdad. È, naturalmente, l' opzione che i ribelli perseguono, nascondendosi tra i civili, sparando dai minareti delle moschee, usando gli altoparlanti dei muezzin per incitare alla guerriglia. Falluja è popolata da fedeli di Saddam Hussein, rimasti senza lavoro per la frettolosa epurazione del governatore Bremer, Najaf da credenti fervorosi. La soluzione Hama-Grozny garantisce la vittoria militare, ma non è coerente con il piano di pace. Il presidente Bush deve prendere Falluja usando solo i blitz degli AC-130, guidati da commando sul campo, e Najaf fidandosi dei raid dei marines e dei negoziati con i leader sciiti moderati, della scuola di al Sistani: una missione straordinariamente difficile. Uno studio interno al War College dell' esercito americano, "Battaglia a Grozny: la fatale scuola del combattimento urbano", autore il tenente colonnello Timothy Thomas, conclude severo: "Occorre evitare a ogni costo la guerra nei centri abitati, dove i difensori sono sempre in vantaggio". A Falluja e Najaf ribelli e americani combattono con l' occhio al calendario e fingendo di essere in tregua, ma il tempo favorisce i miliziani. I ribelli cercano un ordine imposto tra le rovine, gli americani hanno un compito da Sisifo, vincere senza massacri per cominciare poi a far politica. Ai civili non resta che pregare e seppellire i morti.

Gianni Riotta

Gianni Riotta, nato a Palermo nel 1954, ha studiato all’Università di Palermo e alla Columbia University di New York. Ha lavorato come giornalista per varie testate da Roma e da …