Paolo Andruccioli: Il governo impone la riforma delle pensioni

13 Maggio 2004
Il ministro per i rapporti con il parlamento, Carlo Giovanardi, si è presentato ieri sera in aula al senato intorno alle 20.30 per chiedere la fiducia sulla delega previdenziale. Oggi è previsto il voto entro mezzogiorno e quindi il varo della riforma (che dovrà poi andare alla camera), che aumenta l'età pensionabile e lancia i fondi pensione privati. Il governo ha presentato anche un maxiemendamento, che modifica ulteriormente la struttura di un provvedimento che viene giudicato da tutti i sindacati e dalle forze di opposizione una vera controriforma. Il testo, a quanto si è potuto sapere ieri sera, ricalca più o meno lo schema delle ultime travagliate stesure di una riforma, che è in parlamento da quasi due anni, ha già prodotto vari scioperi e manifestazioni nazionali e ha rischiato, fino a ieri, di spaccare la maggioranza di governo. Il maxiemendamento del governo riprende in sostanza il testo varato dalla commissione lavoro del senato con l'aumento dell'età pensionabile e l'equiparazione delle normative fiscali per i fondi pensione collettivi e per quelli individuali aperti che saranno gestiti direttamente dalle assicurazioni e dalle società di investimento mobiliare delle banche. Rispetto alla precedente delega quella che viene imposta oggi al senato dal governo, il testo del maxiemendamento prevede la possibilità di andare in pensione anche a 57 anni di età con 35 anni di contributi (come prevedeva la normativa vigente), ma con delle forti penalizzazioni sulle rendite previdenziali: tutto l'assegno sarà infatti calcolato con il metodo contributivo. Altra novità è l'aumento del contributo di solidarietà sulle pensioni d'oro dal 3 al 4%. Tommaso Zanoletti ha anche annunciato che dalla delega previdenziale verrà stralciata la parte riguardante le pensioni dei militari, che quindi saranno esentati dagli effetti negativi della riforma. Viene infine demandata ai decreti delegati la definizione del numero delle finestre per l'uscita dal mercato del lavoro con la pensione di anzianità per chi ha almeno 40 anni di contributi. Per tutti coloro che non avranno 40 anni di contribuzione, le finestre diminuiranno dalle 4 attuali ogni anno a 2. Un provvedimento che andrà in vigore insieme allo "scalone" dell'innalzamento dell'età dal 2008.
Un punto molto importante della delega che il governo - per evitare le sue stesse divisioni interne - ha deciso di imporre al parlamento riguarda l'equiparazione coatta dei fondi pensioni negoziali (quelli delle categorie) con i fondi aperti e le Fip, i piani di investimento previdenziale individuali. Nonostante l'evidente diversità di condizioni e di costi (i piani individuali hanno costi molto superiori e non assicurano trasparenza), il governo ha deciso di far passare le richieste del mondo della finanza e in particolare delle assicurazioni e delle banche che controllano il mercato del risparmio gestito. Saltano in pratica tutte le agevolazioni fiscali nei confronti dei fondi sindacali. Se dovessero essere confermate le anticipazioni di ieri, con il varo della riforma tutti gli strumenti previdenziali sarebbero ormai sullo stesso piano. La vera battaglia della concorrenza comincia proprio ora.
Furiose le prime reazioni dal mondo sindacale e dai partiti d'opposizione. Tutti i sindacati giudicano molto grave la decisione del governo di ricorrere alla fiducia scavalcando il parlamento, dopo aver scavalcato il confronto con i sindacati, che non sono mai stati convocati per un vero negoziato sul merito della riforma. Di atto "irricevibile" parla la Uil, con Adriano Musi. Per Baretta (Cisl) la fiducia è un messaggio che dimostra l'ingovernabilità del paese. La fiducia è la dimostrazione dell'arroganza e della prepotenza di questo governo, è stato il commento di Morena Piccinini della Cgil. Già da ieri i sindacati hanno invitato tutti gli iscritti, i delegati e i lavoratori a reagire da subito alla decisione del governo.
Molto dure anche le reazioni di tutta l'opposizione. Una decisione gravissima per Rifondazione comunista, ma anche per la Margherita che con Tiziano Treu stigmatizza soprattutto la decisione di impedire perfino il dibattito parlamentare. Molto critici anche i Ds, mentre perfino l'Udeur giudica gravissima una decisione tutta elettoralistica. Bordate anche dai Verdi. Il governo è arrogante perché è terrorizzato, ha detto il senatore Ripamonti. Il governo risponde comunque anche alle pressioni delle lobby esterne. A cominciare da quelle della finanza.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …