Paolo Andruccioli: Il diktat di Berlusconi

09 Giugno 2004
Ieri il presidente del consiglio era in vena di esternazioni. Spinto dall'entusiasmo per il ritorno degli ostaggi italiani, il premier ha confermato tutte le peggiori ipotesi di politica economica, a poche ore dal voto europeo. Il primo annuncio, tramite i microfoni di ‟Radio anch'io”: la riforma delle pensioni sarà varata prima dell'estate e passerà con il voto di fiducia alla camera. Testo blindato e voto blindato per una riforma che tutti i partiti di opposizione giudicano un vera e propria "controriforma" del sistema previdenziale e che i sindacati confederali hanno sempre bocciato. Il testo, peggiorato al senato, innalza l'età del pensionamento, introduce incentivi per evitare la pensione di anzianità e trasferisce il Tfr ai fondi pensione e alle assicurazioni private. Viene introdotta anche una equiparazione tra fondi pensioni "aperti", polizze vita e fondi pensione sindacali che si tradurrà in una forte penalizzazione di questi ultimi, ovvero della previdenza complementare collettiva. Le pensioni saranno privatizzate e diventeranno un fatto puramente individuale. Solo chi ha disponibilità finanziare consistenti potrà costruirsi una pensione di riserva. L'apparente stranezza di un annuncio del genere alla vigilia delle elezioni si spiega con la necessità del governo di centro destra di rendere conto all'Ecofin delle scelte sbagliate in campo economico. La riforma delle pensioni viene spinta dai mercati finanziari ed è stata per giunta promessa più di una volta dal ministro Tremonti ai vertici europei. Ieri Berlusconi ha annunciato anche tutta un'altra serie di provvedimenti, tra cui quello più importante - dal punto di vista elettorale - è relativo alle tasse: entro il prossimo anno - dice il premier - in Italia ci saranno solo due aliquote. Il modello a cui si fa riferimento - è la rivendicazione esplicita di Berlusconi - è la reaganomics. Il defunto presidente Reagan che in questi giorni è sulle pagine di tutti i giornali del mondo viene preso a modello diretto da Berlusconi. Faremo come lui, ha detto ieri, per far ripartire l'economia con l'abbassamento delle tasse a favore dei più ricchi. Berlusconi si lancia in proclami da grande economista e fa balenare perfino la possibilità di un commissariamento della Bce. Ci vorrebbe - ha spiegato ieri - un "comitato politico", espressione dei governi europei che affianchi e controlli la Banca centrale europea. Il premier ammette anche che non vede di buon occhio una crescita dell'euro.
Berlusconi ha anche sostenuto che il governo sarà costretto a imporre la fiducia per evitare la bordata di emendamenti presentati dalla sinistra. In realtà la decisione del premier sembra influenzata più dalle tensioni interne al suo stesso governo, che dalle pressioni dell'opposizione e dei sindacati. "Si vede che ha qualche problema nella maggioranza - è il commento del segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta - altrimenti non metterebbe la fiducia". Porre la questione della fiducia anche alla camera non è una buona idea, dice invece il segretario della Uil, Luigi Angeletti. Uil e Cisl ribadiscono che la riforma delle pensioni non va bene. Stesso giudizio quello della Cgil. "A colpi di fiducia si fanno leggi pessime", è stato il commento secco del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani.
Duri anche tutti i commenti dei leader del centro sinistra. Per Cesare Damiano e Livia Turco (ds) siamo a un "nuovo colpo di mano del governo". Secondo i Verdi, l'annuncio di Berlusconi è in realtà contro la coalizione. "La richiesta di voto di fiducia - commenta Natale Ripamonti, senatore verde - è indirizzata contro la maggioranza, dal momento che dopo le elezioni si accentueranno le divisioni interne". Il vero problema, poi, non sono solo le pensioni, ma la possibile stangata che il governo sarà costretto a mettere in campo, nonostante gli scongiuri del ministro dell'economia Tremonti. "Berlusconi si appresta a fare una stangata da 16-18 mila miliardi di euro", dice per esempio il presidente dei Ds, Massimo D'Alema. La stangata, obbligata dal pessimo stato dei conti pubblici, sarà alla fine pagata da tutti gli italiani, ma in particolare dai più poveri e dai cittadini del Mezzogiorno. E' - sempre secondo D'Alema - un altro grande inganno di Berlusconi. E probabilmente questi annunci sono legati a una crisi politica reale del governo. Ne è convinto il presidente del gruppo di Rifondazione comunista, Franco Giordano: "Le ultime batture di campagna elettorale di Berlusconi rivelano molto di più di quanto lui stesso dica. Siamo ai saldi di fine stagione".
I sindacati si preparano a dare di nuovo battaglia contro la riforma blindata delle pensioni e si preparano anche a stringere sulla concertazione. Epifani, Pezzotta e Angeletti si sono incontrati ieri. Verrà convocata la segreteria unitaria subito dopo il voto di domenica. All'ordine del giorno il nuovo rapporto con la Confindustria di Montezemolo.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …