Paolo Andruccioli: Aerei, cronaca di un disastro annunciato

09 Settembre 2004
Tutto confermato. L'Alitalia vuole disfarsi di 5000 lavoratori, tra piloti, addetti al volo, personale di terra, manutenzione e services vari. L'annuncio è stato dato ieri ai sindacati presenti all'incontro nella sede del centro direzionale Alitalia della Magliana dal direttore delle risorse umane, Massimo Chieli. Il management della compagnia aerea prevede anche uno spezzettamento dell'Alitalia che dovrebbe essere divisa in due società, una addetta ai voli, l'altra ai servizi. Una si chiamerà Az-fly e l'altra Az-service. Gli obiettivi "strategici" presentati ieri sera da Chieli serviranno a completare il progetto industriale per i prossimi quattro anni. Assente all'incontro: l'amministratore Giancarlo Cimoli. È toccato quindi per ironia della sorte proprio al direttore delle risorse umane spiegare ai sindacati di quale "risorse" bisognerà privarsi per cercare di salvare la compagnia e magari rilanciarla nella seconda fase del piano, nonostante la competizione internazionale ormai feroce e la concorrenza quasi imbattibile delle cosidette compagnie low cost. La prima fase di risanamento, secondo la logica presentata ieri sera da Chieli, dovrà attuarsi tra il 2005 e il 2006, con la possibilità di un ritorno al pareggio già dal 2006.Nella seconda parte del "piano" i manager dell'Alitalia prevedono addirittura un rilancio della compagnia che dovrebbe avvenire nel 2007-2008. La fase di risanamento interesserà intanto tutte le aeree con un impatto dei progetti di risanamento al 2006 che sarà di 830 milioni di euro per arrivare poi, nel 2008, fase conclusiva di tutta l'operazione, a 1027 milioni di euro.
I tagli si avranno ovviamente già dalla prima fase di "risanamento". È prevista quindi una riduzione del costo del lavoro, sempre nel primo periodo 2005-2006, pari a 315 milioni di euro. Il comunicato diffuso in tarda serata dall'Alitalia parla di un "efficientamento strutturale delle diverse aree per un totale di 5000 unità". I tagli, o meglio gli esuburi di personale, saranno così divisi: Fligt Operations 1570 (di cui 450 piloti, 1050 assistenti di volo, 70 personale di terra); Manutenzione 1440; Ground Operations 900; Marketing/Sales & Distributions 360; Corporate e Information Technology 610; Personale di terra Cargo 120). Il cominicato aziendale spiega anche che alle organizzazioni sindacali è stato spiegato il progetto di dividere in due società diverse Alitalia. Il direttore delle risorse umane ha spiegato anche come si intende procedere per poter costruire da una società due compagnie aeree diverse. Ad Az-fly verranno per esempio attribuite attività che attualmente impiegano gli addetti al marketing, alle vendite e alla distribuzione e ovviamente alle operazioni di volo. Ad Az-service verrà invece attribuito personale impiegato nell'Engineering, nella manutenzione, in Alitalia airport e altri servizi dell'Alitalia attuale.
I dirigenti della compagnia di bandiera spiegano che questo è l'unico piano possibile per uscire da una crisi che porterebbe inevitabilmente al fallimento. È anche l'unica via percorribile per poter accedere al prestito ponte che garantirebbe la sopravvivenza fino a una certa data della compagnia aerea. L'accordo tra Alitalia e sindacati è stato indicato poi da tutti i commentatori come l'unica strada possibile in generale per evitare scontri e contrapposizioni frontali. Ora tocca ai sindacati decidere il che fare, anche perché sia il management che il governo hanno messo le cose in maniera tale che sembra ormai arrivata l'ultima spiaggia.
Le nove sigle sindacali presenti all'incontro di ieri con Chieli nel centro direzionale Alitalia della Magliana si sono riunite subito dopo la riunione con l'azienda per mettere a punto le prime risposte. Per questa mattina è prevista una nuova riunione tra i sindacati, che saranno poi ricevuti di nuovo dall'azienda alle 15. Le prime reazioni sono state all'insegna della prudenza, ma è chiaro che il piano presentato dall'azienda non convince. La Cub ha già annunciato lotte negli aeroporti. I rappresentanti dei sindacati confederali sono più prudenti, ma chiedono una riapertura dei termini del confronto. Sull'Alitalia è intervenuto ieri anche Massimo D'Alema, secondo il quale i sindacati hanno già affrontato sacrifici. Il problema vero è capire come siamo arrivati a questo punto.
È anche evidente in questa situazione che non si è trattato infatti solo di scelte sbagliare a livello industriale. Clamorose sono state per esempio le "mosse" subito dopo l'11 settembre. È stato anche chiaro che dentro il governo Berlusconi si sono fatte via via largo le posizioni della Lega che tende a svuotare Roma il più possibile delle sue caratteristiche produttive.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …