Paolo Andruccioli: Una calamità sulle case. Si chiama polizza

01 Ottobre 2004
Il ministro Tremonti non c'era riuscito. La norma era stata infatti prima stralciata dalla legge finanziaria e poi cestinata. Ora ci riprova Siniscalco, appoggiato da una parte del governo e in particolare da alcuni ministri, come Antonio Marzano. Si tratta dell'obbligo per i proprietari di casa che hanno assicurato la loro abitazione contro l'incendio di estendere la polizza anche alle calamità naturali, ovvero al rischio terremoti, maremoti, frane, alluvioni e fenomeni vulcanici. Se dovesse essere confermata la novità, la polizza anticalamità diventerebbe immediatamente operativa per tutti i nuovi contratti di assicurazione contro i danni, mentre dovrebbe poi essere inserita anche nelle polizze già accese, anche se in modo graduale. Esattamente un anno fa si era verificata quasi la stessa scena. Ma allora, al momento di varare la legge finanziaria per il 2004 c'era stata una vera e propria sollevazione popolare contro la misura sulle polizze assicurative. Intervenne anche l'Antitrust che segnalò il rischio serio di una lesione della concorrenza e del mercato con l'introduzione di una polizza obbligatoria di quel genere. Sempre l'autorità Antitrust dichiarò che il parlamento avrebbe dovuto effettuare una chiara scelta di fondo tra l'intervento pubblico e quello privato perché risulta ovvio come una norma di questo genere non solo favorisca le grandi compagnie di assicurazione in un mercato sempre più concentrato intorno ai pochi soliti nomi. Ma è anche chiaro che l'obbligo per i singoli individui di assicurarsi contro le calamità naturali cambia la natura dell'intervento dello Stato che a quel punto, con l'assicurazione privata estesa a tutte le case, si potrà lavare le mani. In caso di calamità a chi toccherà intervenire? Chi pagherà soccorsi e lavori? È ovvio che la questione ne apre decine collegate in una fitta rete inestricabile.
Per ora l'unica cosa certa è che l'articolo 26 della legge finanziaria che andrà tra pochi giorni in discussione in Parlamento, prevede appunto introduzione della polizza obbligatoria anticalamità che sarà sancita da un apposito regolamento da emanare entro 180 giorni dall'entrata in vigore della stessa legge. Ovviamente si apre anche il problema di stabilire gli indici di rischio, secondo le modalità solite delle assicurazioni. Ci saranno diverse zone del paese che saranno catalogate in base alle diverse tipologie: zone sismiche, zone a rischio alluvioni, zone di mare a rischio di maremoti. Insomma lo Stato, quello con la S maiuscola si ritira anche da un terreno che era di sua stretta competenza: la prevenzione e l'intervento in sede di protezione civile. E sì perché da oggi in poi non si si preoccuperà più della prevenzione (quanti dibattiti sprecati sulla prevedibilità scientifica dei fenomeni naturali). La palla - in tutti i sensi - passa alle compagnie private di assicurazione.
Le stesse assicurazioni mettono però le mani avanti. L'Ania esprime infatti una certa preoccupazione per l'introduzione della polizza calamità nella legge finanziaria "perché non è chiaro in quale forme sia previsto l'intervento dello Stato" e quale dovrà essere la distinzione dei ruoli tra lo stesso Stato e le assicurazioni. La misura, ricorda il direttore generale dell'Ania, Giampaolo Galli, è simile a un'altra che era stata presentata nella precedente legislatura con il governo diretto da Massimo D'Alema. Qualche dubbio legittimo circola poi anche tra gli stessi partiti di governo. Ieri Maurizio Lupi, responsabile lavori pubblici di Forza Italia, ha detto che la norma sulle polizze suscita molte perplessità. Il rischio più grosso, dice Lupi, è che un provvedimento così generalizzato che colpisce un bene primario dei cittadini venga vissuto come vessatorio.
Le associazioni dei consumatori hanno intanto calcolato gli effetti della stangata sulla casa. Tra nuova assicurazione obbligatoria e aggravio dell'Ici si potrebbe avere un esborso aggiuntivo per tutti i proprietari di casa di almeno 190 euro. Anche la Confedilizia, la più grande organizzazione della proprietà immobiliare, è molto critica sul provvedimento ripescato da Siniscalco. I proprietari di immobili urbani, secondo il presidente Corrado Sforza Fogliani, già pagano tra i 100 e i 150 milioni di euro l'anno per essere difesi dalle calamità, senza poi esserlo veramente.
Scendono in campo, contro le polizze, ma soprattutto contro il possibile insasprimento fiscale sulla casa anche l'Uppi, l'unione dei piccoli proprietari e perfino Tecnocasa. Secondo i responsabili dell'Uppi, la possibilità data dal governo agli enti locali di aumentare le imposte si concentrerà quasi unicamente sull'Ici, con gravi danni su tutta l'economia. Secondo i responsabili di Tecnocasa, sembra che con questi provvedimenti si voglia frenare la spinta all'investimento immobiliare. Forse c'è qualcuno che spinge verso investimenti mobiliari in vista del lancio, tanto per fare un esempio, dei fondi pensione e delle polizze vita? In ogni caso, intorno alle assicurazioni si gioca una partita pesante.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …