Paolo Andruccioli: Più tasse per pagare i medici

08 Ottobre 2004
Allarme sanità. E doppio allarme per tutti gli enti locali. La legge finanziaria per il 2005, con il suo tetto di spesa, rischia di mettere in ginocchio molte realtà locali e di far sballare i conti delle Regioni, che saranno costrette ad aumentare le tasse locali e probabilmente a ridurre - nello stesso tempo - i servizi offerti ai cittadini. Il grido di allarme si è alzato ieri in contemporanea da Roma e da Viareggio. A Roma, dove sono stati ascoltati dai deputati della Commissione della camera i rappresentanti delle Regioni. A Viareggio, dove ieri è cominciato il convegno della Legautonomie. Il presidente della Legautonomie, Oriano Giovanelli, ha detto che la finanziaria non è una legge equa, anzi è "pilatesca" perché non sceglie. Ma in realtà si tradurrà in una botta contro le realtà locali perché colpisce soprattutto gli investimenti. "E' una finanziaria anticiclica", spiega Giovanelli, che ricorda anche come l'aumento dell'Ici, pagato non più con i bollettini comunali, ma con il modulo F24, danneggerà ulteriormente i comuni. Ma questi sono già dettagli. La questione diventa invece molto politica. "Il limite del 2% ci sembra un po' difficile da tenere perché le spese crescono ben al di sopra di questa soglia. Mantenerlo sul 2006 e 2007 è praticamente impossibile". Così ieri il presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo si è espresso durante l'audizione alla Camera.
Una bocciatura senza appello della linea del governo Berlusconi sui trasferimenti agli enti locali e sul taglio mascherato della spesa secondo la logica del 2%, anche se le Regioni scelgono la tattica. Ghigo non ha infatti voluto chiudere ogni possibilità di intesa e ha anche specificato che con il ministro dell'economia, Domenico Siniscalco c'è un dialogo proficuo che rimane comunque in piedi. Il punto che si sta discutendo tra Regioni e governo riguarda la sanità.
"Con il ministro Siniscalco - ha specificato ieri Ghigo - c'è un discorso in progress. Lui ci sta ascoltando e noi siamo fiduciosi di poter arrivare a soluzioni positive". Il discorso di apertura di Ghigo non viene però condiviso da tutti i rappresentanti delle Regioni e dei Comuni che cominciano ad essere molto preoccupati per i possibili effetti negativi dei nuovi tagli previsti dalla finanziaria 2005. "La finanziaria rischia di essere un colpo inferto allo sviluppo del paese", ha detto ieri a Viareggio il presidente dell'Anci, Leonardo Domenici, durante il convegno di Viareggio. Il fatto che dentro i tetto di spesa siano calcolati anche gli investimenti, ha spiegato Domenici, "rischia di avere conseguenze molto pesanti sulle comunità locali". Il problema più grosso, però, oltre a quello dello sviluppo, sarà come pagare le spese correnti e come assicurare ai cittadini i servizi e il rispetto dei diritti.
La sanità diventa dunque il problema principale perché il tetto del 2% agli aumenti di spesa fissato dalla finanziaria per quanto riguarda le Regioni pesa per il 60% proprio sulla spesa sanitaria determinando una riduzione di 4 miliardi di euro rispetto all'andamento tendenziale 2005 della spesa. I conti li ha fatti l'assessore al bilancio della Lombardia, Romano Colozzi, che ha parlato di queste cifre ai parlamentari della Commissione bilancio. Sempre secondo i calcoli dell'assessore lombardo, su 7,5 miliardi di riduzioni di spesa totali, circa 4 miliardi riguardano la spesa per la sanità.
Le alternative sono poche. O il governo torna indietro, oppure le Regioni saranno costrette ad aumentare la tassazione locale per coprire i "buchi" della sanità. "Non tutto è possibile in termini di maggiore efficienza e quindi non è assolutamente escluso l'utilizzo della leva fiscale locale per far tornare i conti". Lo dice l'assessore alla sanità dell'Emilia, Bissoni.
E se queste sono le reazioni degli enti locali, non meno minacciose sono quelle di alcuni gruppi di cittadini. Ieri l'Unione piccoli proprietari di casa ha annunciato un'azione di disobbedienza civile per rispondere all'aumento delle rendite catastali e all'assicurazione obbligatoria contro le calamità. A protestare non ci sono solo i proprietari. Sulla casa c'è un fronte di lotta.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …