Paolo Andruccioli: Finanziaria. Perfino Forza Italia ha qualche dubbio

21 Ottobre 2004
Bisognerà correggere parecchie parti della finanziaria, a partire dai pedaggi stradali, la polizza obbligatoria sulle calamità naturali, rivedere tutte le norme sulla cessione delle strade statali e quelle sulla cessione degli immobili pubblici. Sugli studi di settore per la manutenzione della base imponibile ci vorrà il dialogo con le categorie professionali, mentre i dubbi dell'Anci, l'associazione nazionale dei comuni, sul tetto di spesa non sono poi così campati in aria. Tutte queste cose non le dice l'opposizione, ma il relatore della finanziaria, Guido Crosetto, Forza Italia, che ieri ha avviato i lavori della commissione bilancio della camera sulla manovra economica per il 2005. Crosetto ha ammesso che la finanziaria del ministro Siniscalco ha già bisogno di una revisione. E la manutenzione della manovra che il relatore propone non è di poco conto visto che se dovessero saltare queste norme, bisognerà andare a cercare i soldi da un'altra parte. In dubbio - ma questo a dirlo è il segretario dei Ds, Piero Fassino - ci sono anche le risorse per coprire il secondo modulo della riforma fiscale di Tremonti. Dove si pescheranno i soldi per il taglio delle tasse è ancora un mistero, visto che l'argomento dell'autofinanziamento è già una leggenda metropolitana. Il relatore Crosetto non si esprime sulle tasse, ma sull'impianto della legge finanziaria e arriva a dare ragione perfino ai comuni e in generale agli enti locali, che hanno posto interrogativi "ragionevoli" sulla composizione del tetto alla spesa corrente. "Su questo punto - dice il relatore - la proposta di porre attenzione sulla crescita del debito e sulla capacità di indebitamento non mi pare di scarso rilievo".
Dubbio anche sulle privatizzazioni e le cessioni. "E' evidente - ha detto ieri Crosetto in commissione - che in questa fase si debba privilegiare il collocamento dei beni appartenenti al patrimonio immobiliare piuttosto che le partecipazioni azionarie, specie se queste riguardino le imprese che operano nei settori strategici, quali l'energia".Intanto sul capitolo tasse si registra una prima frenata. Dopo le anticipazioni e le accelerazioni di questi giorni, ora sembra che la quadratura del cerchio verrà rimandata alla metà di novembre. È saltato infatti il vertice della Casa delle libertà che avrebbe dovuto spianare la strada per la decisione finale del consiglio dei ministri. Inizialmente si era detto che la partita fiscale si sarebbe chiusa tra domani e venerdì. Poi però i viaggi di Fini e Siniscalco (uno in Russia, l'altro all'Ecofin già da oggi), hanno dato al governo la scusa per rinviare ancora di qualche giorno, nonostante le pressioni del capo Berlusconi che ovviamente scalpita.In campo di sono varie ipotesi per il taglio delle tasse. Ci sono almeno due proposte di An, due o tre dei parlamentari di Forza Italia, uno schema più politico che tecnico dell'Udc. La riforma dovrà essere però - come è ovvio - un testo unico e ormai sembra quasi certo che sarà un unico emendamento alla finanziaria. È anche molto probabile, come spiegano fonti diverse dei partiti dell'aerea di governo, che l'emendamento verrà presentato nella seconda fase di discussione della finanziaria, ovvero durante il passaggio al senato.
Il braccio di ferro politico nella maggioranza non è però finito. Lo schema si basa sulle tre aliquote (23%, 33%, 39%), anche se qualcuno spingerebbe ancora per la quarta per i redditi più alti (45%). Si tratta di mettersi d'accordo sugli scaglioni e sul sistema delle detrazioni e deduzioni. Per capire la vera portata della riforma sono più importanti gli scaglioni e il sistema delle detrazioni-deduzioni. Come sarà decisivo capire se la battaglia dell'Udc per spostare una parte delle risorse destinate alla riforma sugli assegni famigliari sarà vinta o persa. Per ora l'ipotesi è sempre quella dei 4,7 miliardi per il taglio dell'Ire (la nuova Irpef), 1,3 miliardi per l'Irap, la tassa sulle imprese e 1 miliardo per gli assegni famigliari. L'Udc continua a insistere sulla necessità di sostenere le famiglie piuttosto che i redditi inidviduali (alti e altissimi).
Allo stato dell'arte siamo di fronte a una manovra di 31 miliardi (24 più i 7 per le tasse). Ma tutto è in forse, come dimostra la pressione della Ue sull'Iva.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …