Paolo Andruccioli: Finanziaria a tutta fiducia

02 Dicembre 2004
Il presidente della commissione bilancio della camera, il leghista Giancarlo Giorgetti, ha scritto una lettera al suo collega del senato, il forzista Antonio Azzolini, per ricordare il vecchio accordo tra maggioranza e governo: sarebbero stati ritirati tutti gli emendamenti alla finanziaria a patto che il senato avesse accolto senza modifiche tutte le proposte dei deputati. Ma siccome al senato la Casa delle libertà non è sicura di poter accogliere il lavoro della camera senza modificarlo, c'è il rischio concreto che si vada alla quarta lettura. Ovvero che si torni al senato tra Natale e Capodanno, visto che alla camera i lavori riprenderanno il 21 dicembre. A questo punto la cosa che diventa più probabile è la richiesta di un ennesimo voto di fiducia al senato. Ieri è stato un altro leghista, il ministro per le riforme Roberto Calderoli, ad avanzare dubbi sul maxiemendamento fiscale e a non escludere a priori che si possa andare a un'altra fiducia. Il caos è generalizzato, anche perché in commissione bilancio del senato c'è già stato un primo scontro interno alla maggioranza. Le polemiche più dure tra i senatori della maggioranza sono dilagate ieri a proposito della proposta dell'Udc di istituire una commissione di vigilanza sui conti pubblici. La questione è stata al centro di un vero e proprio match in commissione tra il sottosegretario all'economia Giuseppe Vegas e il presidente del gruppo dell'Udc al senato, Ivo Tarolli che ha presentato appunto un emendamento per l'istituzione di un'Alta commissione. "A che cosa dovrebbe servire?" si è chiesto Vegas, polemizzando con una proposta che è stata ispirata dal governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio. Il governatore ne aveva parlato infatti durante la sua audizione alla camera sulla finanziaria. Vegas è andato su tutte le furie: "Così congegnata - ha dichiarato ieri il sottosegretario - la Commissione rischia di contare più del governo". La Commissione, ha spiegato Vegas, sarebbe chiamata a fare un rapporto sull'andamento dei conti e sul controllo della finanza pubblica. Ma se il rapporto è negativo, che cosa dovrebbe fare a quel punto il governo? Dimettersi? Sempre secondo Vegas, che in questi giorni è particolarmente sotto pressione visti anche i problemi relativi all'emendamento fiscale del governo, l'Alta commissione proposta dall'Udc potrebbe diventare un vero e proprio strumento di controgoverno. La proposta non è dispiaciuta invece ad altri gruppi, tra cui iu Verdi ed è stata ulteriormente spiegata dallo stesso Tarolli. Secondo il senatore dell'Udc, non si deve intendere la commissione come uno strumento di contropotere. Deve essere invece vista come uno strumento utile che possa fornire al governo le indicazioni per evitare dissesti e squilibri nelle finanze.
Accantonata per un momento la questione generale del controllo dei conti pubblici, rispuntano le tensioni sul taglio delle tasse e soprattutto sui sistemi per andare a coprire le risorse necessarie. Oggi il ministro Siniscalco affronterà la questione dell'aggiornamento automatico degli studi di settore. Intanto arriva un'altra bordata dall'Ocse. Ieri il capo delle statistiche dell'organizzazione internazionale per lo sviluppo economico, Enrico Giovannini, ha dichiarato che gli interventi previsti dalla legge finanziaria italiana per il 2005 non bastano. "Bisognerà dunque - è la sua considerazione - rimetterci mano". In particolare il funzionario dell'Ocse ha spiegato che le manovre previste dalla finanziaria non solo sono insufficienti, ma rischiano di essere ancora più traballanti alla luce delle molte incertezze che caratterizzeranno i prossimi mesi dell'economia. Un nuovo intervento non potrà poi che incidere in senso ulteriormente negativo sulla fiducia, che invece dovrebbe essere l'elemento trainante. L'intervento di Giovannini di ieri è stato critico su tutta la linea. Non si tratta - ha detto il rappresentante dell'Ocse - solo di questa finanziaria ma probabilmente del bilancio di tutta la legislatura. Si era parlato di "colpi di reni" dell'economia. E invece si rischia solo una grande delusione.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …