Paolo Andruccioli: Finanziaria. Il parlamento passacarte

29 Dicembre 2004
Oggi la finanziaria finirà la sua corsa al senato. La chiusura formale è prevista entro questa sera. Ieri, dopo l'ennesimo voto di fiducia a Montecitorio, il testo unico della manovra per il 2005 è stato vistato dalla Ragioneria di stato e licenziato dalla camera. Maggioranza e opposizione hanno siglato un accordo per chiudere entro la giornata di oggi al senato, dove dovrebbe essere così evitato lo spettacolo ridicolo di una nuova fiducia, durante la quarta lettura. Le opposizioni hanno risposto positivamente al centrodestra che ha chiesto di poter chiudere la partita ed evitare l'esercizio provvisorio. Verranno presentati solo 20 emendamenti, ma in cambio le opposizioni hanno chiesto alla destra di non far mancare il numero legale. Il centrosinistra dimostra così la sua massima disponibilità, ma i senatori hanno chiesto che almeno per decenza i loro colleghi della maggioranza di governo siano presenti a Palazzo Madama. Si chiude così un percorso inedito di una legge che come hanno detto tutti necessita ormai di una riforma. Il sottosegretario all'economia, Giuseppe Vegas, parla di un necessario lifting dopo 25 anni di storia. Il relatore di Forza Italia, Crosetto, promette che a gennaio presenterà una proposta di riforma delle procedure e della struttura della legge finanziaria. Il premier Berlusconi ha annunciato in più di un'occasione la modificazione delle procedure che portano al varo delle manovre finanziarie di ogni anno.
Intanto ieri, nonostante questo accordo politico tra maggioranza e opposizione, Luciano Violante, presidente del gruppo Ds-Ulivo, ha attaccato duramente (a nome di tutta la Fed) la pratica della fiducia. Sono stati chiesti 17 voti di fiducia in un anno. "Stiamo scivolando silenziosamente verso una repubblica maggioritaria", ha dichiarato Violante. Il modo in cui è stata varata la manovra per il 2005 non è altro che la logica conseguenza di un modo di procedere che ha segnato tutta la legislatura del centrodestra. In particolare nel corso del 2004, il governo ha chiesto la fiducia diciasette volte. E tutto questo, ha ricordato ieri in aula Violante, "nonostante i novanta voti di maggioranza alla Camera e i circa 50 voti di maggioranza al Senato". L'uso esasperato del voto di fiducia, sempre secondo il presidente del gruppo Ds-Ulivo, "sta cambiando la natura del Parlamento".
"Questa è la finanziaria della vergogna", ha dichiarato Luana Zanella, coordinatrice dei deputati Verdi, durante la sua dichiarazione di voto. "Una delle leggi fondamentali del nostro paese - ha spiegato la deputata dei Verdi - è costruita sulle menzogne, prevede misure prive di copertura, sbandiera una riduzione delle tasse che riguarda in realtà solo i ricchi e strozza i cittadini meno abbienti con una drastica riduzione dei servizi".
Il testo della finanziaria è stato modificato per evitare tutti gli ostacoli di incostituzionalità. Nei giorni scorsi erano infatti intervenute sia la Corte dei Conti, sia la Corte Costituzionale. Il rischio, dopo i loro avvertimenti, era il rinvio da parte del Presidente della repubblica. "Non abbiamo alcun problema di rapporto con il Quirinale", si è premurato di dire ieri Silvio Berlusconi. Le modifiche più rilevanti che sono state apportate dopo il passaggio in Commissione bilancio della camera riguardano il turn-over nella pubblica amministrazione e la sanatoria degli errori nelle consulenze sempre con la pubblica amministrazione. Non ci saranno neppure le norme che erano state introdotte per favorire i trattamenti pensionistici degli ex dipendenti di banche pubbliche, come il Banco di Sicilia. Il governo è stato battuto sui videogiochi. L'idea era quella di istallarli in tutte le sale bingo d'Italia, ma la manovra per far entrare risorse nelle casse pubbliche è stata bloccata da un emendamento di Buontempo di An, secondo il quale in questo modo non si faceva altro che favorire la criminalità.
Rimangono invece i due capisaldi della manovra di Siniscalco: il taglio delle tasse e il tetto di spesa al 2%. Per il mitico calo delle tasse si tratta in realtà di un regalo per i redditi più alti, attraverso l'introduzione delle tre aliquote (23,33,39) più il contributo di solidarietà al 4% per i redditi superiori a 100 mila euro, ma solo per il 2005. Il centrosinistra ha presentato prima di Natale uno studio che dimostra come in realtà la pressione fiscale complessiva su tutti i redditi cresce, invece di diminuire. Tra calo dell'Irpef e introduzione di nuove tasse e gabelle il risultato finale sarà sfavorevole per i redditi bassi e medio-bassi. La pressione fiscale complessiva (fatta di Iva, benzina, sigarette, ecc.) aumenterà per tutti nel 2005.
Le rate (seconda e terza) del condono edilizio sono state spostate al 2005, mentre il governo che ha parlato più di una volta della fine della stagione dei condoni, ha introdotto con questa finanziaria altre forme più o meno coperte di condono. Ci sarà infatti una sanatoria sui contributi previdenziali non versati dagli eletti e sui manifesti abusivi. Da oggi in poi pagheranno solo coloro che verranno trovati ad attacchinare abusivamente. Invece dei politici, pagano i disoccupati. Prevista l'assuzione di poliziotti e carabinieri, ma ci saranno tagli all'antimafia e alla Guardia di finanza. Il governo dei condoni non combatte l'evasione.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …