Paolo Andruccioli: La finanziaria epocale mirata alle elezioni

30 Dicembre 2004
Il senato ha licenziato ieri la legge finanziaria per il 2005. Non c'è stato bisogno della fiducia (dopo quella della camera di martedì sera); gli emendamenti sono stati solo 10 e l'aula di Palazzo Madama ha dato il suo responso in quarta lettura con 164 sì, 72 no e 2 astenuti. Il saldo netto da finanziare è tornato, dopo vari passaggi, a 50 miliardi di euro. La manovra avrà un impatto di 24 miliardi di euro, più 6,5 miliardi per la riduzione delle tasse, di cui 4 miliardi andranno sul bilancio del 2005, il resto spostato al 2006. Il testo della finanziaria è rimasto un articolo unico, composto di 580 commi, non divisi in titoletti come era stato promesso dopo le sollecitazioni del presidente Ciampi, che ha ricordato che le leggi si approvano articolo per articolo. Nell'ultimo passaggio in commissione bilancio della camera il testo del maxiemendamento unico è stato modificato nelle parti che erano più a rischio di eccezioni di incostituzionalità. Per il premier Berlusconi e per tutti i suoi portavoce, la manovra ha un carattere "epocale" perché per la prima volta nella storia riesce conciliare il finanziamento della riduzione fiscale e una consistente riduzione della spesa pubblica con il sistema del tetto del 2% introdotto dal ministro dell'economia, Domenico Siniscalco sulla scia delle esperienze inglesi del ministro Gordon Brown. Proprio con il sistema del tetto al 2%, la finanziaria 2005, apporta tagli consistenti in tutti i settori: dall'università alla ricerca, dalla sicurezza pubblica (nonostante l'assunzione di 1324 agenti di polizia e 1400 carabinieri), passando perfino per la riduzione delle risorse all'antimafia e alla Guardia di finanza. Fortemente penalizzate tutte le amministrazioni locali che saranno costrette ad agire sulla leva fiscale (in particolare l'Irap) per trovare le risorse tagliate nei trasferimenti dallo stato centrale.
Confermato l'impianto della manovra elettorale per eccellenza, quella che riguarda la riduzione delle aliquote e la riduzione dell'Ire (ex Irpef) che favorirà i redditi più alti. Nella finanziaria - nonostante i vari annunci altisonanti del governo - non c'è nulla sullo sviluppo economico e il rilancio. Le misure vengono rimandate a un collegato che dovrebbe essere pronto per il mese di febbraio. In quel testo sulla "competitività" ci dovrebbero essere anche le risorse per il lancio della previdenza complementare con il passaggio del Tfr ai fondi pensione. La risorse per l'applicazione della riforma previdenziale di Maroni avrebbero dovuto essere inserite nella finanziaria, ma poi tutto è saltato. Ora Maroni dice di aver avuto la parola del presidente del consiglio.
Berlusconi promette che ci saranno i soldi per la previdenza complementare, ma nel frattempo riesce a far passare una norma che dà allo stesso presidente del consiglio o a un ministro "a ciò delegato" la possibilità di usare 3 milioni di euro per il 2005 e per il 2006 per le "attività di monitoraggio delle politiche pubbliche". Si tratta in sostanza - ha spiegato ieri il senatore del Verdi, Natale Ripamonti - di un finanziamento diretto per i sondaggi elettorali del presidente del consiglio. Ancora una volta un uso privato di risorse pubbliche. Si tratta di una misura che fa a cazzotti con i tagli a tutte le attività scientifiche e perfino all'attività di monitoraggio statistico dell'Istat; c'è stata infatti una manifestazione dei ricercatori dell'Istat proprio durante il periodo di discussione parlamentare della finanziaria. Un governo che umilia la ricerca e che invece premia il sondaggismo ad personam.
Avrebbe dovuto essere la fine del cosiddetto "assalto alla diligenza" e invece è stata la finanziaria dove si sono esercitate al massimo grado le pressioni delle lobby. Molte le micronorme di quella che è stata definita la "manovra parallela". Confermato nella stesura finale varata ieri dal senato il finanziamento mirato (e perenne, ovvero che ci sarà ogni anno) per due sole radio private, Radio Padania e Radio Maria. Confermata anche la norma che elimina la necessità di promuovere appalti per opere di interesse dei servizi segreti, Sisde e Sismi. Varate anche altre micronorme "personalizzate", come quella voluta dall'ex ministro Tremonti: fondi per realizzare banche regionali, soprattutto nelle zone meridionali più disagiate. Ma ci sono norme anche sull'autofatturazione per chi compra tartufi da rivenditori non professionisti, fondi per il calcio femminile, fondi per la celebrazione di Cristoforo Colombo. Nella finanziaria ci sono norme anche per i campionati di sci e fondi specifici per i rischi di attacchi batteriologici e nucleari.
Avrebbe dovuto essere anche la fine dei condoni e invece di prorogano e condonano perfino i contributi previdenziali non versati dai politici. È lo stesso Berlusconi ad ammettere che l'assalto alla diligenza c'è stato anche questa volta. Anzi che tutto è peggiorato, nonostante il carattere "epocale" delle misure. La procedura della finanziaria, promette il relatore Crosetto, sarà cambiata. Tutti contro la finanziaria i sindacati e le organizzazioni della società civile. Cgil, Cisl, Uil e terzo settore saranno in piazza il 14 gennaio.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …