Paolo Andruccioli: Disoccupati a cinquant'anni

25 Febbraio 2005
Ieri mattina la trasmissione Radio anch'io (Radio 1) è stata dedicata a un tema dimenticato: la disoccupazione degli "over 45", (si parla di 500 mila persone in Italia). In diretta telefonate di ascoltatori ed esperti, nonché responsabili di governo, come il sottosegretario Maurizio Sacconi. Perdere il lavoro è sempre una pessima cosa. Perdere il lavoro a 45 o 50 anni può diventare un vero dramma. La flessibilità (mitica) del mercato del lavoro non aiuta infatti le persone, uomini e donne in carne ed ossa, che devono fare i conti con la realtà e non solo con la loro volontà spesso di ferro di combattere contro il destino cinico e baro. Ti chiude la fabbrica dove lavori, vivi in Campania, sei donna, dove sbatti la testa se ha già superato gli "anta"? Il sociologo del lavoro Aris Accornero ha detto una cosa ovvia e si è dimenticato di dire la cosa più importante. L'ovvio è che i lavoratori anziani non piacciono più alle aziende che oggi puntano soprattutto sull'immagine: meglio una ragazza o un ragazzo di bell'aspetto. Per i giovani, dice sempre il sociologo, la flessibilità è una vera manna. Accornero dimentica però il problema dei costi: il lavoratore anziano costa di più, i giovani vengono pagati poco e "a progetto". "Ho 53 anni, sono laureato in economia, non mi vogliono perché sono vecchio", racconta un ascoltatore che vive in Emilia Romagna, costretto a sbarcare il lunario aiutando gli amici a compilare il 740. Un'altra signora, da Milano, ha raccontato la sua esperienza: tornare nel mercato del lavoro dopo 15 anni (e tre figli). La signora è stata testarda e dopo i primi no ha deciso di partecipare a un corso pagato con i fondi europei. Candida ce l'ha fatta e ora ha un nuovo lavoro a 50 anni.
Attenti però, ha ricordato Beniamino Lapadula (Cgil), che ora stiamo perdendo anche l'accesso ai fondi europei e che la formazione degli over 45 è un miraggio. Così come è oggi congegnata la flessibilità serve solo alle imprese - dice Lapadula - per tagliare i costi. Non aiuta i lavoratori, che sempre più spesso vengono lasciati soli. Non è vero che sono soli - replica Sacconi - il mio governo ha fatto meglio di quelli precedenti che avevano inventato i "Cococo". Ora abbiamo la Borsa del lavoro e abbiamo nuove possibilità, come ha ricordato l'esperto di Sviluppo Italia.
"Io facevo il grafico, l'ho fatto per 25 anni. Poi ho avuto problemi di famiglia e sono stato superato dalle nuove tecnologie". Alberto ha cercato di reagire, ma non è più riuscito a trovare lavoro come grafico. Si è dovuto riciclare come manutentore, perché una persona gli ha dato una mano a inserirsi. Per gente come lui non ci sono neppure gli ammortizzatori sociali, che ora cominciano a scarseggiare anche per i lavoratori di categorie forti. E poi gli ascoltatori di "Radio anch'io" hanno colto la contraddizione: come mai si alza il tetto della pensione e poi si caccia la gente dopo i 45? È il mercato, bellezza.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …