Paolo Andruccioli: Banca d’Italia. Una carica a vita. Ha vinto Fazio

03 Marzo 2005
Il controllo sulla concorenza tra le banche rimarrà alla Banca d'Italia. Non ci sarà dunque il trasferimento dei poteri all'Antitrust come era previsto dall'articolo 26 del disegno di legge sul risparmio e come era stato richiesto inizialmente da parti importanti della maggioranza, nonché dai relatori del provvedimento stesso. Non ci sarà neppure la modifica del mandato del Governatore. È stata cancellata dal testo anche la parte (che era comunque frutto di un difficile compromesso) che rimandava alla stessa Banca d'Italia la formulazione per rendere a tempo il mandato. Tutto cancellato dunque, tutte le battaglie contro Antonio Fazio, il Governatore, azzerate. Il mandato del governatore della Banca d'Italia rimane a vita. Quella di ieri alla Camera dei deputati è stata una giornata di vera svolta. La maggioranza è stata richiamata all'ordine dallo stesso premier Silvio Berlusconi, che nei giorni ha stretto un accordo direttamente con Fazio. Anche la Lega, che si è sempre sbilanciata contro Fazio e che si era battura per la fine del mandato a vita, ieri è tornata nei ranghi. An ha condotto il gioco in favore del Governatore e il presidente della commissione finanze della Camera, Giorgio La Malfa, ha denunciato - a voto ormai concluso - "pressioni scandalose" nei confronti del relatore di An, Stefano Saglia. "Pur nel dissenso - ha dichiarato La Malfa - devo esprimere la mia solidarietà al relatore Saglia che deve essere stato sottoposto a pressioni scandalose rispetto alla sua libertà di parlamentare". Il relatore di An ha in effetti cambiato idea nel corso del dibattiro parlamentare. Una giravolta improvvisa che lo ha obbligato a forzare la presa di posizione del comitato dei nove. Saglia ha riportato una versione della discussione del cosiddetto comitato dei nove che - secondo molti protagonisti - non corrisponde al vero. Caos totale, dunque, scontro all'ultimo sangue in aula per una materia che evidentemente ha scoperto tutti i nervi più possibili della struttura di potere. Ieri si è toccato con mano la linea di confine minata tra politica ed economia.
"Non mi è mai capitato - ha dichiarato il presidente della Camera, Casini - che il relatore dica un parere e il presidente della commissione ne dia un altro. Io faccio il notaio: sono il garante del metodo, non del merito". Il discorso era riferito alla discordanza di pareri tra relatore del ddl sul risparmio e il presidente della commissione attività produttive, Burno Tabacci. "Sono sorpreso e amareggiato - ha commentato invece quest'ultimo - non era proprio questa la decisione che era stata presa dal comitato dei nove". Tabacci, evidentemente, si riferiva ai due articoli che ieri sono stati cancellati. Appoggiati dal comitato dei nove, triturati dall'aula e dalla maggioranza della maggioranza. Alla fine dei giochi lo stesso Tabacci e il suo collega La Malfa, che si era immolato nella battaglia contro Fazio, sono rimasti completamente isolati. A tal punto che il vicepresidente vicario di An, Ignazio La Russa, ha deciso di affondare il coltello: Tabacci e La Malfa si devono dimettere. Per La Russa l'errore di Tabacci e La Malfa è palese: hanno osato mettersi di traverso alla decisione della maggioranza berlusconiana. Niente mandato a termine e niente trasferimento dei poteri. Inutile opporsi e saggio è stato - sempre secondo La Russa - il relatore Saglia a cambiare idea.
Centrosinistra in leggera difficoltà ieri. Nel pomeriggio sono circolare voci a proposito di una possibile astensione, poi smentita dal deputato Mauro Agostini. "Il problema vero - commenta Agostini - è che lo scontro interno alla maggioranza alla fine si è svuotato di significato un provvedimento che avrebbe dovuto mettere ordine nel risparmio dopo gli scandali finanziari". Lo scontro, in effetti, si è spostato e ha messo in gioco tutti i poteri forti. All'interno di questi conflitti spicca anche quello relativo alla Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione. Si vorrebbero togliere i poteri di controllo sulle compagnie che vendono polizze previdenziali per trasferirle all'Isvap. Il presidente della Covip mantiene la posizione e ieri il ministro del welfare Maroni ha detto che si batterà per salvare tutte le prerogative della Covip.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …