Paolo Andruccioli: Tagli alle spese e nuovi buchi. Ecco l'Irap

14 Giugno 2005
Iva e rendite finanziarie non si toccano. Il governo mette a punto l'operazione taglio dell'Irap cercando le risorse nei trasferimenti agli enti locali, (dal centro alla periferia) e nella differenziazione dello stesso taglio fiscale. Alle banche e alle assicurazioni sarà infatti riservato un trattamento diverso da quello di tutte le altre imprese, sia in termini di abbassamento del costo del lavoro, sia in termini di aumento eventuale dell'aliquota sulla stessa tassa Irap. Una linea che ha mandato su tutte le furie le organizzazioni delle banche e delle assicurazioni. Ieri hanno rilasciato dichiarazioni infuocate sia Mario Sella, presidente dell'Abi, associazione bancaria italiana, sia Fabio Cerchiai, presidente dell'Ania, associazione nazionale delle assicurazioni. Sella e Cerchiai criticano in particolare il possibile aumento di un punto dell'aliquota Irap (dal 4,25% al 5,25%) per banche e assicurazioni. Il punto vero della questione riguarda comunque la fonte da cui si attingeranno le risorse per il nuovo taglio fiscale. Si tratta in sostanza di recuperare circa 5 miliardi di euro, perché 4 miliardi servono per coprire quello che verrà a mancare con il taglio dell'Irap e un miliardo per l'eliminazione dei cosiddetti oneri ‟impropri”. Nel governo c'è comunque di nuovo molta tensione perché le vie per trovare i soldi non sono certo infinite. O si aumentano le entrate con aumenti di altri tipi di tassazione, oppure si riducono le spese. C'è poi anche una strada ancora più perversa che il governo a quanto pare potrebbe battere: quella di un operazione tutta in disavanzo. Questo aspetto e quello relativo all'aumento del deficit pubblico sono stati messi in evidenza ieri sia da Laura Pennacchi a nome dei Ds, sia da Beniamino Lapadula, responsabile economico della Cgil. ‟Il nuovo Ragioniere generale dello stato vigili - ha dichiarato Laura Pennacchi - affinché l'annunciato taglio dell'Irap non avvenga con false coperture. È infatti questo che il governo, diviso su tutto, si accinge a fare mettendo accanto alla riduzione dell'Irap, proventi inventati come quelli che deriverebbero dalla lotta all'evasione fiscale”. Alla vigilia di una riunione importante fissata per oggi pomeriggio con i rappresentanti delle Regioni, dal governo continuano compunque ad arrivare messaggi contraddittori. Una delle poche cose certe sembra l'esclusione della possibile tassazione delle rendite finanziarie. Ne aveva parlato il sottosegretario all'economia Michele Vietti (Udc) che ha detto di non scandalizzarsi per l'ipotesi di un riordino delle rendite e di una manovra sull'Iva. Il resto del governo ha fatto però muro, da An a Forza Italia, passando ovviamente per lo stesso presidente del consiglio Silvio Berlusconi, secondo il quale è assurdo pensare a far pagare più tasse a chi detiene rendite finanziarie. Dalle indiscrezioni che sono trapelate ieri sembra anche che venga eslcusa la possibile manovra sull'Iva. Se si esclude di aumentare le entrate (anche se si parla vagamente di una riduzione degli sprechi), è ovvio che la soluzione sarà legata al taglio della spesa sociale. ‟Sappiamo solo che il governo è intenzionato a fare una manovra sull'Irap - ha dichiarato ieri Claudio Martini, presidente della regione Toscania - ma non ne conosciamo i contorni. All'incontro il presidente Berlusconi ci spiegherà le intenzioni del governo”. I sindacati confederali si dichiarano intanto nettamente contrari sia a una eventuale manovra sull'Iva, sia ai tagli alla sanità. Un no ai tagli alla sanità viene dal segretario della Cisl, Savino Pezzotta che indica, in alternativa, due miniere d'oro dove andare a pescare: l'evasione fiscale e le rendite.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …