Paolo Andruccioli: Editto del governo alle imprese. Pagate l'Irap

16 Giugno 2005
Il grande scontro sull'Irap è finito in una bolla. L'unica cosa che palazzo Chigi è riuscito a fare ieri sera è stato un decreto legge che invita tutte le imprese a pagare regolarmente l'Irap per il 2004 e per l'acconto del 2005. Tutti infatti erano in attesa di vedere che cosa sarebbe successo e c'è il rischio concreto di una evasione di massa. Il governo è rimasto vittima dei suoi stessi sotterfugi e il ministro dell'economia Domenico Siniscalco non è riuscito a elaborare una proposta credibile sulle coperture finanzierie necessarie a dare il via al taglio della tassa sull'attivit impresa. Servivano più di 5 miliardi di euro e il ministro Siniscalco, avendo escluso tutte le altre possibilità, ha tentato di pescare soldi con l'aumento dell'Iva. Questo ha determinato un vero e proprio muro contro la sua linea. Il più agguerrito tra gli oppositori è stato proprio il vicepresidente del consiglio Giulio Tremonti. Seguito ovviamente da tutta la Lega. Così tra i due litiganti, ha vinto proprio l'ex ministro. Tutte le proposte di Siniscalco sono state infatte bocciate e non hanno convinto - così almeno trapela da fonti di palazzo Chigi - neppure il premier Silvio Berlusconi. Conclusione: ieri sera una riunione del consiglio dei ministri, prima interrotta, poi ripresa e proseguita per soli 10 minuti, ha approvato un provvedimento composto di due soli punti: l'annullamento del cosiddetto ‟ravvedimento operoso” e le norme per il premio alle imprese che imboccano la via della concentrazione. Tutto il resto è stato rimandato al 2006, cosicché i tagli annunciati all'Irap e venduti nei giorni scorsi alla Confindustria e alle imprese come cosa fatta dovranno essere discussi all'interno della prossima legge finanziaria.
Molto soddisfatto il vicepremier Tremonti. ‟Finalmente è stato approvato - ha dichiarato ieri Tremonti sul decreto legge - è una mia creatura. Lo aspettavo da gennaio”. In realtà Tremonti non parla di tutto quello che manca, ovvero l'avvio del processo di superamento dell'Irap come tassa sulla produzione. Il governo non è stato in grado di mettersi d'accordo al suo interno sulle risorse da trovare per coprire l'ammanco dovuto ai tagli dell'Irap. Una cifra che oscilla tra i 4 e i 6 miliardi di euro, considerando anche tutti le risorse necessarie per coprire eventualmente la riduzione dei cosiddetti oneri impropri sul costo del lavoro.
Quella che è stato fatta ieri da palazzo Chigi è solo un'operazione marginale, e perfino di emergenza. Il decreto legge - che come tale entra subito in vigore - prevede infatti che l'Irap per quest'anno dovrà essere pagata. Con il decreto di ieri il governo ha deciso dunque di cancellare il cosiddetto ravvedimento operoso per i contribuenti che non versano entro il 20 giugno, ovvero l'inizio della prossima settimana. In gioco in questo momento c'è il saldo per il 2004 e il primo acconto Irap per il 2005. Tutti devono dunque pagare, perché l'operazione taglio e riduzione del costo del lavoro è stata rimandata al prossimo anno solare. Il ravvedimento avrebbe permesso alle aziende di mettersi in regola con il fisco versando, entro un anno dalla scadenza non rispettata, una maggiorazione del 30%. Il governo ieri ha cancellato totalmente questa possibilità, cosicché le imprese che non pagheranno entro il termine fissato incapperanno nell'omesso versamento.
L'ex ministro Tremonti ribadisce comunque di essere molto soddisfatto soprattutto della parte del provvedimento di ieri che riguarda gli incentivi alla concentrazione di imprese, vista la tanta progaganda che si continua a fare sul nanismo tipico italiano, dopo gli anni lungi della retorica del ‟piccolo è bello”.
Rimane aperta però la questione più importante e delicata, quella dei tagli alla sanità. Ieri il ministro Storace ha assicurato che sull'Irap Siniscalco dovrà chiedere sacrifici a tutti i ministeri. Meno quello della sanità. Era la stessa promessa che aveva fatto Siniscalco alla vigilia del consiglio dei ministri di ieri. Ma sul grado di affidabilità di questi uomini di governo c'è quantomeno un legittimo sospetto.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …