Paolo Andruccioli: Su Fazio la Bce ripassa la palla a Berlusconi

15 Settembre 2005
Doppio fronte ieri sulla vicenda di Bankitalia. Da Bruxelles, il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha spiegato che secondo le norme previste dai Trattati europei, in caso di una eventuale riforma della Banca d'Italia (caso comunque anomalo, anzi unico in Europa), il governatore dovrebbe stare in carica cinque anni. Il secondo messaggio che Trichet ha voluto mandare è rivolto all'Italia. ‟Queste decisioni - ha detto il presidente della Bce - sono decentralizzate e sotto la competenza delle autorità nazionali”. Tradotto: tocca al governo italiano dire l'ultima parola. Contemporaneamente a Roma, il ministro dell'economia Domenico Siniscalco è andato a spiegare la riforma della banca centrale nell'aula del Senato. Siniscalco ha ribadito che le aspettative su una eventuale (auspicata) autoriforma della Banca d'Italia sono miseramente cadute nel vuoto. ‟Abbiamo atteso per nove mesi - da rivelato il ministro - che arrivasse un segnale, ma non è arrivato proprio nulla”. Siniscalco ha spiegato poi lo schema della riforma proposta dal governo con un emendamento alla riforma del risparmio. Una riforma, dice Sinicalco, che potrebbe contribuire a modernizzare le istituzioni italiane a partire appunto dalla banca centrale.
Ovviamente il ministro ha confermato la linea politica del suo governo: una riforma che non tocca Fazio perché riguarderebbe solo il prossimo governatore che sarà designato per un mandato a termine di sette anni e non più a vita come succede oggi solo qui da noi in Italia. Si ribadisce la necessità di preservare l'autonomia della banca centrale dal potere politico. Le autorità di vigilanza - è il parere del ministro - sono credibili solo se sono realmente ‟neutrali”. Detto questo, però, il ministro Siniscalco, non è andato oltre e la conclusione di questa lunga vicenda rimane di nuovo appesa.
Dal centro sinistra si insiste. Sia per Enrico Letta, europarlamentare della Margherita, sia per Pier Luigi Bersani, parlamentare europeo dei Ds, le parole del presidente della Bce vanno interpretate. Secondo Letta, è giusto ribadire, come ha fatto Trichet, la questione dell'autonomia delle banche centrali dal potere politico, ma si deve pur tenere conto dell'anomalia italiana, ovvero del mandato a vita. Bersani spiega invece che non si possono applicare le stesse regole a situazioni così diverse. ‟Nel caso dell'Italia - ha detto il parlamentare Ds - si tratterebbe di un vero e proprio passaggio di sistema, dal mandato a tempo indeterminato a un mandato a termine e quindi anche le regole di transizione dovrebbero essere rapportate a questa specificità. In Italia si è di gran lunga superato il periodo minimo citato dal presidente Trichet”.
Molto brillante, sempre su questo tema, l'intervento in aula al senato di Lanfranco Turci, capogruppo dei ds in commissione. Anche per Turci le parole di Trichet vanno ben intrerpretate. Perché se si parla di cinque anni da aggiungere a quelli già svolti, allora il mandato di Fazio arriverebbe a 17 anni, 12 più cinque. Il che è palesemente un assurdo. Turci ha poi cercato di capire il doppio atteggiamento di Siniscalco: da una parte - come professore universitario ed economista - convinto che il caso Fazio ci sta gravemente danneggiando nel mondo. Dall'altra - come ministro - chiuso nell'angolo dalle scelte politiche del suo governo che non riesce a prendere una decisione. In questa situazione, è sempre Turci che parla, stiamo scadendo nel ridicolo ed è assurdo parlare di partiti ‟fazisti” e antifazisti. Anche se c'è sempre da rallegrarsi per gli interventi del Grillo ‟canterino” (il senatore che difende il governatore), che ci racconta ogni giorno dei sogni di Fazio e delle parole di Sant'Agostino.
In realtà tutto questo fumo tende a nascondere gli interessi reali, i veri poteri forti che si muovono dietro questa vicenda. E non è un caso, ha fatto notare Turci, che tra le banche che hanno valutato la loro partecipazione azionaria in Bankitalia, quella più esosa sia stata la banca del signor Fiorani. Il senatore dei democratici di sinistra ha ripercorso anche gli ultimi anni di piccoli a grandi favori fatti da Fazio a varie banche. Per questo la riforma non si può rimandare e non può lasciare al suo posto l'attuale governatore. Spetta però al governo decidere perché il parlamento non è stato coinvolto all'atto della nomina e non può appellarsi a nessuna regola. L'unica via d'uscita è una mozione di sfiducia da parte del governo.
Intanto, il ministero del tesoro ha fatto sapere il valore reale di Bankitalia. Nella relazione tecnica che accompagna l'emendamento del governo sulla riforma della Banca d'Italia viene confermata la stima di un miliardo di euro come valore complessivo delle quote di partecipazione del capitale della Banca. Sempre nella relazione tecnica, quasi in risposta alle obiezioni del servizio bilancio del senato, si sostiene anche che c'è compatibilità con gli obiettivi di riduzione del debito pubblico.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …