Paolo Andruccioli: Fazio vola alla riunione del Fmi. Governo spaccato

22 Settembre 2005
La riforma del risparmio si è impantanata di nuovo, mentre il governo cerca di difendere come può il governatore Antonio Fazio, seppure con la voce fuori coro del ministro dell'economia, Domenico Siniscalco. Ieri il ministro che rappresenta l'Italia alla riunione del Fondo monetario internazionale ha smentito tutte le voci che sono circolate in questi giorni sulle sue presunte dimissioni legate a Fazio e alla finanziaria. Siniscalco ha replicato, attaccando di nuovo e senza mezzi termini il governatore di Bankitalia, accusato di essere il primo responsabile della caduta di credibilità dell'Italia a livello internazionale. Così le norme che avrebbero dovuto dare una risposta ai risparmiatori e ai mercati finanziari internazionali dopo gli scandali della Cirio e di Parmalat viaggiano ormai con un ritardo di venti mesi e forse rimarranno per sempre nel mondo dei sogni. Va in questo senso anche l'ultima bordata delle banche che sempre ieri, nella riunione dell'Abi, hanno detto no sia alla «nazionalizzazione» della Banca centrale (per il problema non risolto del valore delle quote delle singole banche-azioniste), sia allo smobilizzo del Tfr per i fondi pensione. L'iter parlamentare del provvedimento sul risparmio - che tra l'altro contiene norme che sono legate anche alla riforma della previdenza complementare - si è di nuovo ingarbugliato, complice il caso Fazio. Il governo si presenta nettamente diviso, mentre la discussione al senato deve subire anche l'ostruzionismo dell'Unione, che ha deciso di bloccare tutto il lavoro parlamentare fino a che non verrà cestinata la legge elettorale truffarellum.
Risultato: ieri è mancato di nuovo per ben sette volte il numero legale nell'esame degli articoli della riforma del risparmio, che contiene appunto anche le nuove disposizioni su Bankitalia, una riforma truffaldina, visto che prevede, tra le altre cose, l'applicabilità solo per il prossimo governatore, lasciando quindi Fazio saldamente legato alla sua poltrona. Ieri, nell'aula di Palazzo Madama, c'è stato scontro tra la maggioranza e l'opposizione anche sull'ordine del giorno presentato ieri pomeriggio dai Ds a nome di tutta l'Unione. In sostanza l'Unione propone di aggirare tutti gli ostacoli procedurali per arrivare finalmente a una presa di posizione esplicita del governo su Fazio. Nell'ordine del giorno si sostiene infatti che pur non avendo il potere di «licenziare» il governatore della Banca d'Italia (visto che formalmente l'atto può essere compiuto solo dal Consiglio superiore della stessa banca centrale), il governo ha comunque il dovere di dire la sua. Secondo l'opposizione, il governo non può più tirarsi indietro e deve dire se mantiene ancora la sua fiducia nei confronti del governatore. L'ordine del giorno presentato ieri è dunque un punto di mediazione tra le posizioni di Enrico Letta che aveva chiesto la formalizzazione della sfiducia da parte del governo e le posizioni di Massimo D'Alema che aveva sostenuto la pericolosità di una richiesta di dimissioni del governatore in questo momento. L'ordine del giorno non chiede al governo di cacciare Fazio, ma un pronuciamento esplicito. In caso di presa di posizione negativa del governo, la palla passerebbe quindi al Consiglio superiore di Bankitalia per la richiesta esplicita delle dimissioni del governatore. Il senatore Grillo, il più aperto sostenitore del governatore Fazio, ha parlato di «inammissibilità» dell'ordine del giorno presentato dall'Unione. Gli ha risposto il senatore diessino Enrico Morando, secondo il quale l'ordine del giorno presentato ieri è perfettamente in armonia con tutte le leggi in materia bancaria e creditizia. L'odine del giorno è dunque ammissibile, sia dal punto di vista tecnico, sia da quello politico. Ma il problema, come si sarebbe detto una volta, è appunto squisitamente politico

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …